La casa condivisa dove meno pesi meno paghi

Succede in Giappone. Per ogni chilo perso o guadagnato l'affitto scende o sale di 10 dollari. All'interno dell'abitazione presenti molti stimoli per raggiungere il peso forma, ma anche tentazioni.



zoomin.tv

Frutta e verdura in cambio di rifiuti, l'ecobaratto di Città del Messico

Cosa succede quando una delle più grandi discariche al mondo, in cui confluiscono i rifiuti di una vera e propria megalopoli (e dei suoi dintorni) è costretta a chiudere? La risposta arriva dagli abitanti di Città del Messico il cui fermo della principale discarica locale, nel 2011, ha costretto l’amministrazione ad adottare innovative strategie di gestione razionale dei rifiuti. Con i suoi 375 ettari, il sito di Bordo Poniente gestiva quotidianamente ben 1.430 tonnellate di rifiuti al giorno, un quantitativo enorme per il quale si sono dovute trovare velocemente soluzioni alternative.

La città è stata costretta innanzitutto a fare i conti con una cultura del riciclo praticamente inesistente, nonostante i piani municipali di incrementare la quota di differenziata urbana e di compostaggio, ma soprattutto a trovare un modo pratico per affrontare la montagna di spazzatura abbandonata alla decomposizione, non essendo, la discarica, dotata di alcun trattamento di copertura o precauzione contro il percolato. La prima misura messa in campo per risolvere il problema è stata quella di realizzare un impianto di produzione di biogas; a marzo 2012 il Consejería Jurídica y de Servicios legales di Città del Messico ha lanciato un bando di gara internazionale dedicato alla cattura e l’utilizzo di biogas generato dai rifiuti del sito per il successivo impiego come combustibile in un impianto elettrico da 60 MW.

A fare però davvero la differenza nelle abitudini dei cittadini è stata l’iniziativa voluta dal sindaco Marcelo Ebrard. Dalla scorsa primavera, con una cadenza mensile, la capitale messicana allestisce presso il Parco di Chapultec il Mercado de Trueque o Mercato del baratto. Il principio alla base di questa piazza di scambio è semplice e accattivante: chiunque porti rifiuti ricuperabili, come carta, vetro, plastica o alluminio, riceve in cambio dei “punti verdi”, una moneta creata ad hoc per essere scambiata con prodotti alimentari di aziende agricole locali e biologiche. “Abbiamo comprato ravanelli e ricotta, e abbiamo ancora 40 o 50 pesos da spendere”, spiega Andrea Gutierrez, venuto  al Mercado de Trueque con il figlio per la sua prima volta, e trasportando un carico di giornali e bottiglie di plastica.
I materiali riciclabili, portati al mercato dagli abitanti, sono selezionati e pesati da un esercito di volontari in grembiule e successivamente caricati sui camion per essere consegnati alle società di riciclaggio locale. Un punto a favore dell’ambiente, quindi  e uno alla qualità della vita di Città del Messico. A beneficiare del progetto sono tuttavia gli agricoltori locali a cui l’amministrazione cittadina, di volta in volta, compra tutti i prodotti, pagandoli ad un prezzo superiore rispetto a quello di mercato.

L’idea è stata un vero e proprio successo tra i cittadini, pronti ogni mese a mettersi in fila fin dalle sei del mattino per consegnare sacchi di spazzatura. Un successo, forse, fin troppo inaspettato al punto da non poter sempre accontentare tutti a causa di un numero di partecipanti sempre più alto e la conseguente rapidità con cui terminano i prodotti.  “L’obiettivo è che le persone imparino a separare, metter da parte e dare un valore ai rifiuti che producono“, chiarisce Liliana Balcazar dell’amministrazione municipale spiegando che il programma raccoglie ogni volta oltre le 12 tonnellate di rifiuti. “E’ stato popolare fin dall’inizio”, ha detto Balcazar “ma ora è traboccante”. (rinnovabili.it)




Coca cola life,la famosa bevanda diventa "green"




La Coca Cola diventa green, nel vero senso della parola. L’etichetta verde che rappresenta maggiore rispetto nei confronti della natura da parte dell’azienda apparirà in una nuova linea di prodotti a marchio Coca Cola Life. Ma qual è la differenza con la bibita tradizionale? Attenta alla salute e alla tutela dell’ambiente, nella nuova linea troviamo al posto dello zucchero alcuni dolcificanti naturali a base di stevia. Diffusa in Sud America, ha una dolcezza duecento volte superiore dello zucchero ma è a calorie zero. Secondo i produttori, la nuova versione mantiene il gusto, ma lo fa rispettando il sistema, aiutando i deboli (i coltivatori di stevia) ed i soggetti a rischio sovrappeso: una sua lattina contiene la metà (64) delle calorie della versione tradizionale.

Tuttavia proprio questa caratteristica non è accettata all'unanimità. Per alcuni scienziati, la Coca Cola (anche in versione green) rimane una bevanda ricca di calorie, senza elementi nutritivi, pericolosa per la salute, nonché una delle cause della diffusione dell’obesità, specialmente quella infantile. “Possiamo davvero credere che un nome che evoca salubrità, unito a un tappo e un’etichetta verde, rendano la Coca Cola un prodotto naturale?”, questa la provocazione di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori. E continua: “E a noi sembra solo un’abile strategia di marketing per ottenere più facilmente il favore dei consumatori, perché la Coca Cola Life resta una miscela di sostanze chimiche (naturali o di sintesi) priva di nutrienti per l’organismo“. Secondo Dona la Coca Cola Life non apporta sostanziali benefici dal punto di vista alimentare. Infatti la dose accettabile giornaliera di stevia stabilita dall’EFSA è di 4 mg al giorno per kg di peso corporeo: in pratica una persona che pesa 60 kg non ne dovrebbe ingerire più di 240 mg al giorno con il complesso degli alimenti.

Lernstift pen, la penna che vibra quando si sbaglia ortografia

 Ad inventare questa penna davvero futuristica, sono stati due tedeschi,Falk wolsky e Daniel Kaesmacher. L’hanno chiamata Lernstift Pen ed è capace di vibrare ogni qualvolta rileva un errore nel testo che si sta scrivendo.

I due hanno raccontato che l’idea di creare questa penna è nata mentre uno degli inventori osservava con attenzione la moglie correggere i compiti del figlio. E detto fatto: ecco creata la prima penna che ha un sensore incorporato all'interno e grazie al movimento della mano, riconosce quando si sta scrivendo qualcosa che non va. Inoltre, questo piccolo marchingegno ha la possibilità di essere collegata ad uno smartphone tramite la connessione wi-fi. Ma non solo corregge gli errori: vibra anche quando la calligrafia risulta disordinata o illeggibile. Questa penna ha un software con il riconoscimento di oltre quaranta lingue, ma nonostante ciò, purtroppo per gli italiani, al momento verrà prodotta solo in tedesco e in inglese. In base alla sua effettiva riuscita, solo in seguire si penserà anche al mercato italiano. Al momento, per la sua distribuzione, i due soci-inventori hanno bisogno di fondi e per questo motivo stanno facendo una colletta “mondiale”, diffondendo la notizia sul web. Il loro obiettivo per l’effettiva messa in vendita del dispositivo è il raggiungimento di 120.000 dollari. Il traguardo finale è fissato al 9 agosto, il minimo da investire è 150 dollari. Vedremo dunque come andrà a fine la storia di questa penna che cambierà il modo di fare gli esami…sempre se non verrà vietata nelle scuole come succede con i cellulari!

Cani in spiaggia: La metà dei divieti non sono validi.

Per chi ha un cane le ferie o anche solo le gite fuori porta si trasformano spesso in una lunga ricerca di quell'angolino dove l'amico a quattro zampe è tollerato. Cartelli di divieto di balneazione per gli animali, infatti, spuntano come funghi sulle poche spiagge libere.
Ma non sempre, fa sapere l'Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente), sono in regola. Almeno la metà, fa sapere il presidente dell'organizzazione, Lorenzo Croce, dei divieti che spuntano nei mesi estivi, seppur messi dalle amministrazioni dei comuni rivieraschi sono illegali.
Infatti per poter vietare l'ingresso ai bagnanti con Fido al seguito, spiega, occorre che i comuni emettano un'ordinanza che preveda il divieto motivato, l'estensione oraria di tale divieto e che la medesima ordinanza firmata dal sindaco, da un assessore delegato o dal comandante dei vigili urbani, e pubblicata sugli albi pretori dei singoli comuni. Se manca solo una di queste indicazioni, sottolinea Croce, l'ordinanza non è valida.
Ma non è tutto: infatti anche i cartelli che prevedono tale divieto devono recare sul retro il numero dell'ordinanza comunale di riferimento e la data di scadenza. Altrimenti, seppure in presenza di una ordinanza regolarmente firmata, il divieto è da considerarsi nullo. "Pertanto invitiamo tutte le famiglie - prosegue Croce - ed i proprietari di cani che decidono di portare Fido in spiaggia a verificare che esistano realmente le ordinanze e che i cartelli di divieto contengano le informazioni regolamentari. Altrimenti qualunque richiesta di allontanarsi dalla spiaggia con il proprio cane fatta anche dai vigili è illegale e ogni eventuale multa impugnabile davanti al giudice di pace e quindi contestabile senza essere preventivamente pagata. A fronte - continua - dell'illegalità diffusa da parte delle amministrazioni comunali, occorre che i cittadini imparino a difendersi e a far valere i propri diritti fino in fondo. Se si trovano situazioni del genere chiediamo che ci vengano segnalate al servizio online segnalazionereati@libero.it di Aidaa, meglio se con foto allegata in modo che anche noi si intervenga contro questi che non esito definire come divieti-truffa".
(dogsitter.it)

Il bisturi intelligente che fiuta i tumori

Gli scienziati hanno creato un bisturi "intelligente" in grado di rilevare in pochi secondi se il tessuto da tagliare è cancerogeno, promettendo un intervento chirurgico più efficace e precisa nel futuro.

 Ci mette appena tre secondi a riconoscere le cellule tumorali e a comunicarlo al chirurgo. E lo fa con un’accuratezza del 100%. È stato battezzato «iKnife», il «l’elettrobisturi intelligente». Lavora più o meno come fanno i segugi e scova il tumore del tessuto «cattivo» che via via polverizza con il calore. Un aiuto non da poco per i chirurgi perché la rimozione chirurgica di un tumore è un processo molto delicato e il rischio che parte del tessuto malato non venga asportato e possa quindi provocare una nuova diffusione è reale. Lo strumento, dotato di uno spettometro di massa, è stato ideato da un chimico ungherese, Zoltan Takats dell’Imperial College di Londra.
LA SPERIMENTAZIONE - L’annuncio è stato pubblicato qualche giorno fa sulla rivista Science Translational Medicine. Le prime sperimentazioni su 91 pazienti hanno dato esito positivo e partiranno adesso altri test che coinvolgeranno pazienti in tre ospedali londinesi, il St Mary, l’Hammersmith e il Charing Cross. Il bisturi intelligente è capace di riconoscere se si tratta di tessuto benigno o no, eliminando in molti casi il passaggio della biopsia per l’analisi dei tessuti, perdendo così ulteriore tempo nella diagnosi e nella cura.Ci mette appena tre secondi a riconoscere le cellule tumorali e a comunicarlo al chirurgo. E lo fa con un'accuratezza del 100%. È stato battezzato «iKnife», il «l'elettrobisturi intelligente». Lavora più o meno come fanno i segugi e scova il tumore del tessuto «cattivo» che via via polverizza con il calore. Un aiuto non da poco per i chirurgi perché la rimozione chirurgica di un tumore è un processo molto delicato e il rischio che parte del tessuto malato non venga asportato e possa quindi provocare una nuova diffusione è reale. Lo strumento, dotato di uno spettometro di massa, è stato ideato da un chimico ungherese, Zoltan Takats dell'Imperial College di Londra.


Ragazza crea una protesi fatta con i mattoncini del Lego. (video)

Christina Stevens trentunenne di St. Louis (Missouri) dallo scorso febbraio ha perso una parte della sua gamba sinistra: le è stata amputata in seguito a un incidente di cui è stata vittima mentre stava riparando la sua auto.
Ora è diventata una vera celebrità del web dopo aver condiviso un video in cui si costruisce da sola una protesi fatta con… i mattoncini del Lego! La ragazza è una terapista professionale e ha preso l’idea per la protesi da un collega che scherzosamente le ha suggerito quella strana idea.
Il video che ha realizzato la ragazza intenta a costruire la sua gamba di Lego è stato caricato su YouTube da circa un mese e ha già realizzato un record di visualizzazioni. C’è di più, nella sua pagina Facebook la ragazza condivide giornalmente le sue esperienze e incoraggia le persone che hanno subito un’amputazione con il suo ottimismo.


Larve carnivore nell'orecchio, salvata dai medici (video)

 Sembra un film dell’orrore, ma con un tasso di paura sicuramente superiore, quello che si è trovata a vivere una 27enne inglese al ritorno da una vacanza in Perù. Rochelle Harris ha rischiato una meningite e una paralisi facciale. E solo l’intervento chirurgico dei medici dell’ospedale della sua città, Derby, le hanno evitato un triste destino.
Il motivo? La presenza nel suo orecchio di otto larve carnivore, capaci di scavare nei tessuti auricolari un 'cunicolo' di 12 millimetri. Per fortuna sono state bloccate prima di arrivare al cervello della giovane. Rochelle, infatti, avvertiva ormai un costante mal di testa, dolore al viso, e un ronzio nell’orecchio. A convincerla a rivolgersi ai medici, però, è stata la fuoriuscita di un fluido dal canale uditivo. A quel punto, dopo aver provato con l’olio di oliva, ci è voluta una vera e propria operazione per estrarre gli insetti. E dire che il tutto è iniziato quando, durante la vacanza in Sud America con il fidanzato James, la ragazza inglese si è ritrovata in uno sciame di mosche. Una le è entrata nell’orecchio ed evidentemente, anche se morta, ha lasciato pericolosi eredi.
Non è la prima volta che animali di piccole dimensioni rischiano di provocare immensi danni. Sebbene, infatti, nell’immaginario popolare siano i leoni e gli squali i più pericolosi per l’uomo, ai primi tre posti tra gli esseri che sferrano più attacchi alle persone ci sono la zanzara, i serpenti e lo scorpione. Insieme sono responsabili di decine di migliaia di morti ogni anno in tutto il mondo. Proprio a causa di uno scorpione, circa tre anni fa, si è sfiorata una tragedia a Mogliano, in provincia di Treviso. Una giovane albanese di 27 anni, infatti, dopo aver passato le vacanze estive nella sua terra natale, ha trovato una brutta sorpresa in valigia. Due scorpioni erano gli sgraditi ospiti. La puntura le ha provocato un forte dolore e un irrigidimento muscolare. Un antidoto le ha salvato la vita. Poteva andare peggio anche ai clienti di una pizzeria in piazza dei Signori a Treviso che, pochi giorni fa, si sono ritrovati in mezzo a uno sciame d’api. L’intervento di un apicoltore ha evitato guai peggiori.
La lista degli insospettabili animali killer è più lunga di quanto si possa pensare. Ha ucciso centinaia di persone negli ultimi 20 anni, ad esempio, il cosiddetto bruco assassino. Capace di mimetizzarsi nel suo habitat naturale, presente soprattutto in Brasile, possiede un veleno in grado di attaccare le cellule delle proteine, causare perdite di sangue e impedire loro di coagulare. Il risultato è un’emorragia che può essere anche mortale. Secondo gli scienziati, però, per provocare danni gravi l’apparente innocuo bruco dovrebbe pungere dalle 20 alle 100 volte. La salvezza, a volte, è racchiusa in un numero.
FONTE
   


Crooked Forest:la foresta con 400 pini ricurvi (video)



Rimane ancora un mistero la caratteristica curvatura a 90 gradi sulla base degli alberi presenti in un angolo della Polonia occidentale che conferisce loro un’originale quanto elegante conformazione.Intorno a questa foresta che si trova in Gryfino, denominata “Crooked Forest”, come si può ben immaginare, circolano tuttora molti miti e leggende per spiegare il particolare fenomeno di queste conifere. Anche perché è circondata di altri pini perfettamente dritti.La teoria più accreditata al momento è quella che vuole questi alberi piantati a metà degli anni ’30 curvati “all’età di sette anni” dall’intervento umano attraverso dispositivi meccanici. Ma il perché gli agricoltori lo avrebbero fatto rimane un mistero. Alcuni parlano di falegnami al servizio segreto tedesco, ma la popolazione locale è convinta che si tratti di uno strano fenomeno naturale. Quel che è certo è che questa foresta rimane un piccolo grande spettacolo.

Supermercati:le tecniche che utilizzano per manipolare la nostra mente




Questi i trucchi che usano i supermercati per manipolare le nostre menti.

1- Vi danno un cestino.
Una ricerca condotta nei supermercati ha scoperto che il 75 per cento di chi ha in mano il cestino per fare la spesa compra sempre qualcosa, in confronto ad appena il 34 per cento di chi non ha il cestino. Così, quando all’entrata del supermercato un membro dello staff porge il cestino ai clienti, non è per fare un favore a voi, ma all’azienda.

2- Frutta “pronta e matura”.
Poiché i supermercati desiderano che la frutta si conservi il più a lungo possibile sugli scaffali, obbligano i fornitori a raccoglierla acerba, sebbene ciò implichi che non sarà altrettanto buona, dato che gli zuccheri non si sono completamente sviluppati. Essendo abituati all’idea che la frutta è sempre dura quando la compriamo, siamo disposti a pagare un extra per il privilegio di avere frutta matura.

3- Prezzatura Ingannevole.
Il metodo irrazionale della prezzatura pone il prezzo degli articoli diciamo a 4,99 euro invece che a 5,00. Il motivo sta nel tempo necessario per procedere alla memorizzazione. L’arrotondamento verso l’alto implica uno sforzo mentale maggiore rispetto al processo di memorizzazione delle prime cifre. Inoltre, a causa della grande quantità di informazioni che i clienti devono elaborare, il dato del prezzo deve essere immagazzinato in un tempo molto breve. Il modo più conveniente per farlo, in termini di memoria e di attenzione, è quello di ricordare le prime cifre. Così ci illudiamo di spendere meno di quanto non spendiamo in realtà.

4- Paghi uno e prendi due.
È l’offerta che ha dimostrato di aumentare le vendite fino ad oltre il 150 per cento. A dispetto di quel 50 per cento che effettivamente fa risparmiare, questo tipo di operazioni ci inducono a consumare un prodotto in quantità maggiori rispetto alle nostre abitudini, così, quando l’offerta finisce, siamo inclini a comprarne ancora. Ed oltre ad incoraggiarci ad acquistare più di quello che ci serve, queste offerte celano un costo occulto ai danni dei produttori, poiché sono loro, e non il supermercato, a finanziare le promozioni. I supermercati le utilizzano per disfarsi della merce che non vendono.

5- I bambini.
Quando i supermercati Sainsbury’s lanciarono il progetto dei corsi di cucina per bambini (che i genitori pagavano 5 sterline), da tenersi durante le vacanze scolastiche in alcuni punti vendita selezionati per l’occasione, i corsi furono organizzati presso i Caffè “Pappagallo Blu”, una linea di prodotti per bambini che propone sedicenti versioni più sane dei tipici cibi pronti come i bocconcini di pollo e la pizza. I piccoli partecipanti se ne andarono con una borsa a forma di caramella e un grembiule firmati Pappagallo Blu, con la raccomandazione che se anche non avevano voglia di cucinare, potevano sempre convincere le loro mamme a prendere qualcosa di già fatto da Sainsbury’s.

6- All’altezza dello sguardo.
I prodotti esposti all’altezza dello sguardo vendono il doppio, per questa ragione spesso gli articoli costosi vengono messi lì. Se guardate in basso agli scaffali, scoprirete alternative più convenienti. Allo stesso modo, notate dove sono posizionati i prodotti meno sani per bambini: al livello dei loro occhi. È a loro che si vuole vendere, non a voi. I genitori saranno disposti a comprare qualcosa che non avrebbero scelto solo perché i bambini fanno i capricci.

7- Testimonial famosi.
Se un cuoco alla moda come Jamie Oliver afferma che il cibo di un supermercato è buono, o un’attrice amata reputa i prezzi convenienti, il supermercato acquista credibilità. Si stima che da quando Oliver ha iniziato a lavorare per la Sainsbury’s , i profitti della catena siano volati alle stelle, al di sopra dell’1,2 miliardi di sterline. Nel frattempo i programmi pubblicitari di Priscilla Scales alla TV hanno fatto aumentare di 2,2 miliardi di sterline gli incassi dei supermercati Tesco.

8- Prodotti Civetta.
I prodotti di prima necessità quali pane, burro, latte e zucchero attirano i consumatori nei supermercati e sono invariabilmente venduti a basso costo per cercare di battere la concorrenza. (Di solito la catena Tesco propone 160 articoli a basso costo). Noti anche come “prodotti civetta”, convincono il cliente che sta facendo un buon affare: i prezzi di questi beni li abbiamo sempre in mente per cui ci si accorge più facilmente degli sconti. Non fatevi ingannare. A questo i supermercati rimediano, alzando i prezzi su altri prodotti di cui non ricordiamo il costo.

9- Scatola nuova, prodotto vecchio.
Stanchi del pollo “Tikka masala”? Perché non assaggiate la nuova specialità regionale “Keralan masala”? La differenza sta tutta e solo nella confezione.

10- Assaggi gratuiti.
Potete anche non comprare il prodotto che vi hanno appena offerto di assaggiare, ma lo stomaco comincerà a liberare i succhi gastrici, facendovi avvertire di più la fame. Questo vi indurrà ad acquistare del cibo in più, in particolare prodotti pronti e più costosi, che potrete gustare non appena usciti dal supermercato.

11- Si compra come si legge.
Le persone che leggono da sinistra a destra scorrono anche gli scaffali da sinistra a destra. Perciò le varietà più costose di un determinato prodotto si troveranno sulla sinistra, quelle più convenienti sulla destra.

12- La musica.
Per un periodo di due settimane, a giorni alterni, in un reparto che esponeva vini francesi e tedeschi venne diffusa musica francese e tedesca. La musica francese portò i vini francesi a vendere di più di quelli tedeschi, mentre la musica tedesca causò l’effetto opposto. Ma non è solo il tipo di musica ad influire sugli acquisti, conta anche il fattore tempo. Camminiamo compiendo approssimativamente 90 passi al minuto. Una musica al di sotto dei 90 battiti al minuto ci fa rallentare inconsciamente, e ci trattiene più a lungo tra gli scaffali.

13- Il falso affare.
I supermercati promuovono un prodotto ad un prezzo che riporta accanto un prezzo più alto, da cui voi supponete abbiano ricavato il primo, riducendolo. In effetti, non vendono mai quel prodotto al prezzo più alto, ma lo compriamo perché ci sembra un affare.

14- Prodotti dal valore aggiunto.
Una mela costa 20 centesimi. Ma tagliatela, riponetela in una vaschetta e vendetela come “mela a spicchi” ed essa verrà a costare 99 centesimi, per meno della metà di prodotto. Chi ha così poco tempo da non potersi tagliare una mela?

15- Le distanze.
Per prolungare il tempo che trascorriamo a contatto con i prodotti durante la spesa, i negozi posizionano gli articoli e le marche più richieste in mezzo ai corridoi, assicurandosi così che da qualsiasi direzione il cliente debba passare, ci metterà sempre molto tempo a raggiungerli. Allo stesso modo, i beni di maggior consumo come pane e latte si trovano in fondo al negozio. I clienti devono passare in mezzo a molta merce esposta prima di vederli e ci sono maggiori possibilità che effettuino acquisti dettati dall’impulso.

16- Iniziative Sociali.
la catena Tesco ha istituito il progetto “Computer per le scuole”, con cui i buoni acquisto emessi su alcuni prodotti possono essere scambiati con materiale informatico per le scuole locali. Tuttavia, come Ben Laurence scrisse sull’Observer: “Mentre i costi per la Tesco sono modesti, i clienti devono spendere 110,000 sterline in generi alimentari perché una scuola ottenga un modesto PC”.

17- il profumo del pane appena sfornato.
I supermercati non producono realmente il pane che vendono, ma intervengono solo sull’ultima fase della lavorazione. Tutta la preparazione e l’impastatura sono realizzate altrove. I supermercati si limitano a scongelare la pasta e la riscaldano fino al punto in cui si diffonde un rassicurante profumo di pane appena sfornato.

18- Carte fedeltà.
O come i supermercati desiderano che le chiamiamo: “Carte Premio”. Facciamo la nostra spesa e ci ricompensano con uno sconto sugli acquisti futuri. Cosa potrebbe esserci di più generoso? Se è un regalo, allora perché la Tesco negli ultimi 8 anni è riuscita ad istituire il progetto delle tessere a costo zero per i supermercati? Perché spendiamo di più una volta che abbiamo la tessera. Primo, il 42 per cento di noi, nel momento in cui entra in possesso di una tessera, spende più soldi, forse per quella logica sbagliata che ci fa pensare che più compriamo più sconti otterremo e perciò spenderemo meno. Seconda cosa, lo scopo dei buoni sconto, con i quali siamo premiati, non è di indurci a risparmiare denaro, ma di invogliarci a comprare prodotti che normalmente non acquisteremmo. Come uno spacciatore di droga ci fornisce la dose gratis per ridurci alla dipendenza.

19- Televisione a zona.
La nuova TV Tesco trasmette avvisi pubblicitari in rapporto alla zona del magazzino che vi trovate a visitare. Siccome il 75 per cento delle decisioni riguardo gli acquisti si prendono quando siamo vicini al prodotto, questo stratagemma di marketing rivela tutta la sua potenza.

LAV : In aumento i reati contro gli animali



Centinaia di migliaia di animali ogni anno vengono uccisi dalle zoomafie. Dalle corse clandestine di cavalli, la prima emergenza, al business dei canili e al traffico di cuccioli. Ma ci sono anche il contrabbando di fauna e il bracconaggio organizzato, le macellazioni clandestine e l’abigeato, la pesca di frodo e le illegalità nel comparto ittico, i combattimenti tra cani e l’uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga. Questi i principali reati segnalati nella nuova edizione del Rapporto Zoomafia della LAV.


Non mancano neanche i traffici di animali via internet. Scenari agghiaccianti quelli emersi dal dossier giunto ormai alla sua quattordicesima edizione. Solo lo scorso anno, il totale dei procedimenti sia a carico di noti che di ignoti per i reati a danno degli animali e per il campione del 63% delle Procure Ordinarie, è di 6.245 fascicoli (2.895 a carico di noti e . a carico di ignoti), con un totale di 3862 persone indagate.
Partendo da questo dato e proiettandolo a livello nazionale, è stato calcolato che in media nelle Procure d’Italia vengono aperti circa 24 fascicoli al giorno per reati a danno di animali, uno ogni ora. Una persona ogni ora e mezza circa viene indagata.
Un business che non conosce crisi, e che continua a crescere anno dopo anno. Rispetto al 2011, il 2012 ha fatto registrare un aumento del 15% dei fascicoli sui reati aperti e del 3% del numero degli indagati.
Crimini contro gli animali, dove

I dati fonriti dalle Procure Ordinarie hanno permesso di stilare una classifica dei reati in esame: oltre al caso particolare e anomalo di Montepulciano (SI) dove nel corso del 2012 non sono stati aperti fascicoli per i reati in esame, la Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali è quella di Mistretta (ME) con solo 4 procedimenti, seguita da Imperia con 5 (3 noti e 2 ignoti); Melfi (PZ) con 7 (1 noti e 6 ignoti); Mondovì (CN) con 10 (ignoti); Cuneo con 11, (10 noti e 1 ignoti); Lagonegro (PZ) sempre con 11 (7 noti e 4 ignoti); Aosta con 12 (noti); Nicosia (EN) con 13 (7 noti e 6 ignoti); Sciacca (AG) con 13 (8 noti e 5 ignoti); Camerino (MC) con 14 (7 noti e 7 ignoti); Casale Monferrato (AL) 14 (5 noti e 9 ignoti).
La Procura con il maggior numero di procedimenti sopravvenuti nel 2012, sempre in base al campione del 63% analizzato, è quella di Brescia, con ben 722 procedimenti (431 noti e 291 ignoti). Questo dato può essere spiegato in parte con i numerosi procedimenti aperti per violazione alla normativa venatoria che arrivano a 377 fascicoli. Seguono Firenze con 220 procedimenti (94 noti e 126 ignoti); Bergamo con 187 procedimenti (81 noti e 106 ignoti); Milano con 144 procedimenti (67 noti e 77 ignoti). A Roma nel 2012 si sono registrati 193 procedimenti (76 noti e 117 ignoti) con 130 indagati, in aumento rispetto agli anni precedenti.
I reati

Si parte dalle corse clandestine di cavalli: 16 gli interventi delle forze dell’ordine, 5 le corse clandestine bloccate e 122 le persone denunciate di cui 1 arrestata per reati connessi. Tra i sequestri, 77 cavalli, un ippodromo abusivo, 13 stalle e due maneggi. 4 i cavalli morti trovati per strada. Diminuite comunque le persone denunciate: 122 rispetto alle 179 del 2011 e alle 129 del 2010.

Vi sono poi i canili illegali e il traffico di cani. Non tutti i canili sono legali. Spesso si trovano strutture sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e strutturale. Non conosce crisi neanche il business sui randagi grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Solo nel 2012 sono state sequestrate 4 strutture. Cuccioli affogati nell’acqua e gettati nell’immondizia, cani costretti a vivere in gabbie anguste, prive di riparo, e senza avere la possibilità di muoversi: questi alcuni dei casi accertati.

Aumenta anche il numero di cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’Est. 1360 i piccoli sequestrati, per un giro d'affari complessivo di circa un milione di euro. 29 le persone denunciate di cui 14 cittadini stranieri. La provenienza dei cuccioli è spesso la Slovacchia, seguita dall’Ungheria, ma è stata scoperta una nuova rotta: da Malta alla Sicilia.

Tra i reati più numerosi anche il contrabbando di fauna e la biopirateria, ossia il traffico internazionale di animali e piante rare. Nel 2012 la Cites del Corpo forestale dello Stato ha sequestrato 6.240 esemplari protetti dalla Convenzione di Washington per un valore di circa 800.000 euro, grazie a 126 indagini che hanno coinvolto 186 soggetti. Un caimano trovato nell’abitazione di un pregiudicato romano, statuette e monili di avorio, coralli bianchi, zanne di elefante africano, pelli e carne di coccodrillo, 42 uova di tartaruga, capi di abbigliamento con pellicce di procione, 600 scorpioni trovati nella valigia di un passeggero all’aeroporto di Firenze, un serpente a sonagli, una vipera dal corno, una tartaruga azzannatrice, una tartaruga alligatore e un varano.

Il bracconaggio continua a mietere vittime diventando sempre più pericoloso, con traffici di armi rubate o clandestine, resistenza e minacce agli organi di vigilanza, attentati alle auto di servizio. L’abbattimento o la cattura di specie protette è purtroppo molto diffuso: lupi, orsi, gru, Ibis eremita e anche Pilar. Anche la macellazione clandestina rientra tra i reati più frequenti.
E infine i combattimenti tra animali, un crimine in ripresa nel 2012 rispetto al calo degli anni precedenti. Lo provano i tanti ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti con cicatrici riconducibili alle lotte, o ancora a furti e rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei combattimenti. Nel 2012 sono stati sequestrati 25 cani riconducibili ai combattimenti, tenuti in tre allevamenti diversi, e sono state denunciate tre persone.
“Nonostante l’incremento delle denunce siamo lontani da un’adeguata risposta repressiva – ha commentato Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto –. Analizzando i dati si evince che le denunce presentate sono solo una minima parte di reati contro gli animali realmente consumati e ciò rafforza un sospetto che abbiamo da tempo: la maggioranza dei reati contro gli animali non viene denunciata”.
“L’impressione, leggendo questi dati, - continua - è che l’azione penale venga esercitata solo in pochissimi casi e che in assenza di formale denuncia, peraltro non richiesta per i reati in esame, essendo reati comuni perseguibili di ufficio, non ci sia un intervento della polizia giudiziaria e quindi l’apertura di un formale procedimento da parte della Procura”.

FONTE



Le automobili consumano di più di quanto dicono i test

Le dichiarazioni fornite dai costruttori di automobili non sono veritiere rispetto ai consumi reali su strada. Lo rivela l'ONG Transport and Environment nel suo rapporto appena diffuso "Mind the gap: how carmakers manipulate official tests for fuel efficiency". I consumi reali di un'automobile sono anche del 30% maggiori rispetto quanto dichiarato dalle case automobilistiche. Il divario è anche maggiore per le automobili più potenti.

Il rapporto descrive i modi in cui le case automobilistiche modificano a loro vantaggio i dati che indicano i consumi di carburante sfruttando le falle dei test standardizzati obbligatori per legge. Per esempio:

  • Mappare le centraline elettroniche in modo da ottimizzare i consumi per il test (che viene effettuato su dei rulli e non su strada);
  • Usare speciali lubrificanti che poi non vengono usati per le auto vendute;
  • Utilizzare pneumatici speciali che diminuiscono la resistenza all'avanzamento; aumentare la pressione degli pneumatici sempre per lo stesso fine;
  • Utilizzare sempre marce alte per limitare i consumi;
  • Mettere nastro adesivo nelle fessure della carrozzeria (es. portiere) per ottimizzare l'aerodinamica.
  • Non utilizzare apparecchi che aumentano il consumo delle auto (aria condizionata, navigatore satellitare etc.)
  • Tutti questi trucchi migliorano le performance dell'automobile mentre fa il test, ma l'efficienza misurata non si traduce in efficienza reale sulle strade in termini di emissioni di CO2 e risparmio di carburante.

Diabete: l'appicazione per terapia personalizzata su iPhone



Ogni persona è diversa, diversa quindi dovrebbe essere la cura da seguire: è questo il principio su cui si basa il modello per la terapia personalizzata del trattamento del diabete di tipo 2 messo a punto da Amd (Associazione medici diabetologi). Oggi questo algoritmo terapeutico, già fonte di ispirazione per l’analogo modello realizzato dall’Idf (International diabetes federation), l’organizzazione internazionale che raccoglie le società scientifiche e le associazioni di volontariato attive nella lotta al diabete, è diventato una App, realizzata sotto l’egida di Amd e Simg (Società italiana di medicina generale), a disposizione dei medici di medicina generale e dei diabetologi.

“Grazie a questa applicazione ogni medico può in modo semplice e veloce applicare nella pratica clinica l’algoritmo terapeutico che, basandosi sulle caratteristiche di età, durata della malattia, fattori di rischio e complicanze, permette di identificare diversi profili di malattia, a cui applicare corrispondenti schemi di cura personalizzati. Una valida guida quindi per curare ‘su misura’ i diversi profili di persona con diabete”, ha detto Antonio Ceriello, presidente Amd e coordinatore di entrambi i gruppi di lavoro Amd e Idf costituiti per la realizzazione del modello.

"Questa App, pur proponendo algoritmi terapeutici che per alcune situazioni complesse non rientrano nelle competenze del medico di medicina generale, è per noi uno strumento di estrema utilità perché con semplici e intuitivi passaggi permette di identificare la terapia più appropriata per ciascuna persona, evitando scelte terapeutiche inopportune. Inoltre, consente di identificare con precisione quelle persone con diabete che necessitano di un consulto specialistico per la prescrizione di quei farmaci purtroppo ancora oggi soggetti a piano terapeutico. La sfida ora sarà di trovare la modalità per renderla sfruttabile dal maggior numero possibile di medici di medicina generale, integrandola negli strumenti professionali già in nostro uso”, ha aggiunto Gerardo Medea, coordinatore area metabolica della Simg.

L'App contiene inoltre utili strumenti per la pratica clinica quotidiana, come il calcolatore dell’indice di massa corporea (Bmi), il calcolatore del Gfr per valutare la funzionalità renale, il convertitore unità di misura per il valore di emoglobina glicata, da valori % a valori in mmol/mol e viceversa, e altro ancora.

L’App "Algoritmi Amd", realizzata da Segno&Forma di Milano, grazie al contributo non condizionato di Novo Nordisk, è disponibile per i dispositivi iOS (iPhone e iPad), e scaricabile gratuitamente su App Store; una volta installata non necessita di connessione internet per funzionare.