Padre arrabbiato sperona l'auto del figlio e poi lo insegue a piedi (VIDEO)





Difficile sapere che cosa abbia combinato il figlio, ma il papà di questo video sembra notevolmente arrabbiato con lui, tanto da arrivare a speronare con la sua Mercedes, il BMW su cui il pargolo viaggiava.



I due viaggiano su una strada trafficata, arrivati nei pressi di un incrocio, il papà è davanti, il figlio cerca di svicolare per sorpassarlo o affiancarsi, ma nello stesso momento il Mercedesfa retromarcia colpendo la BMW rossa, poi si vede l’auto nera tagliare la strada a quella rossa e prenderla sulla fiancata. Il video si interrompe pochi secondi e quando riprende la macchina del figlio è in mezzo all’incrocio e il padre arriva abbastanza veloce e lo prende in pieno. Nella scena successiva, le auto sono ferme in nell’incrocio e c’è il ragazzo che scappa mentre l’uomo lo insegue lungo una strada di Ma’anshan nella provincia di Anhui nella Cina orientale.

 Le due automobili hanno riportato grossi danni, ma pare che entrambi i conducenti non si siano fatti niente. Certo è che adesso la curiosità per sapere cosa avesse combinato di tanto grave il figlio, per far reagire il papà in questo modo, è tanta. Sicuramente qualcosa di grosso.
Leggilo.net ‎



In Germania, un bar dove si paga il tempo passato all’interno e non le consumazioni


Il commercio è uno dei settori che sta pagando di più l’attuale crisi economica e finanziaria. E l’Italia, da questo punto di vista, è tra i più colpiti. Pochi giorni fa l’Osservatorio della Confesercenti ha lanciato l’ennesimo allarme: se il trend non cambierà, solo nel 2013 l’ormai fu Bel Paese avrà quasi 8mila bar in meno, frutto di 6.714 nuove aperture e ben 14.430 chiusure. Un quadro a dir poco deprimente. Per risollevare il settore c’è forse bisogno anche di nuove idee. Una delle più originali arriva dalla Germania. A Wiesbaden, nella parte centro-occidentale del territorio teutonico, ha appena aperto lo “Slow Time Cafè”. I clienti del locale non pagano nè le bevande né le consumazioni. Tantomeno l’ingresso. E possono perfino mangiare il cibo portato da casa. Oppure ordinare una pizza da asporto da farsi recapitare sul posto. Non si tratta, però, di un’associazione di beneficenza o di una fondazione al servizio dei più poveri. Chi gestisce il bar, Daria Volkova, una ventiquattrenne giunta in Germania dalla Russia nel 2008, guadagna sul tempo che i suoi clienti trascorrono nel suo esercizio commerciale. Letteralmente. All’uscita dallo Slow Time Cafè, infatti, gli avventori dovranno pagare 2 euro per i primi 30 minuti e 5 centesimi per ogni minuto successivo, quindi 3 euro l’ora.
L’idea di un “bar del tempo” non è nuova. A Mosca hanno già avuto un grande successo. Il locale tedesco, però, ha studiato tutti i meccanismi per mettere a proprio agio i clienti.  Ci sono i giochi da tavolo, i libri da consultare e la rete Wi-Fi per la connessione gratuita a internet. Alle pareti sono appesi una serie di orologi con orari leggermente diversi l’uno dall’altro. Un semplice stratagemma per far pesare di meno lo scorrere del tempo tra una chiacchiera e l’altra. Tanto, poi, il conto si paga all’uscita.L’inventiva dei gestori dei locali sembra essersi sbizzarrita in questo periodo. E i modi per sconfiggere la crisi economica globale sono i più vari. Nei mesi scorsi a Spoleto l’omonima catena di ristoranti brasiliana ha pensato ad un’iniziativa particolare “Le belle donne non pagano”. Il titolo è tutto un programma, ma il significato vuole andare al di là di un’allettante offerta economica, che il ristorante riserva alle clienti in grado di apprezzare la cucina italiana fast food. L’obiettivo del titolare della catena brasiliana, Eduardo Ourivio, è di incoraggiare l’autostima delle donne. In questo caso, infatti, è la stessa esponente del ‘sesso debole’ a rispondere alla domanda se è bella oppure no. In caso affermativo ha diritto al pasto gratis. Ultimamente curiose idee arrivano anche per le famiglie. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, in particolare. Il ristorante italiano “Sogno di vino” di Washington, infatti, ha deciso di fare uno sconto di quattro dollari ai clienti con bambini. L’importante, però, è che i pargoletti siano ben educati. Decidete voi se il gioco vale la candela.

Rovesciata "alcolica" per aprire una bottiglia di birra,video spopola su youtube

Il video è stato visualizzato in breve tempo da migliaia di visitatori incuriositi dalla trovata alternativa per aprire una bottiglia di birra. Infatti il protagonista del video posiziona la bottiglia nelle mani del suo complice e prende bene la mira osservando la posizione del tappo.
bottiglie_birra
Dopo circa un minuto decide di compiere il gesto che nessuno si sarebbe aspettato ovvero prende la rincorsa e in una vera e propria rovesciata colpisce con precisione il tappo della bottiglia. Una trovata tanto originale quanto rischiosa poiché come si può notare nel video, il ragazzo stava rischiando di colpire il suo amico ed anche la bottiglia di vetro.

Bin Laden fu fermato per eccesso di velocità. Ma non fu riconosciuto

Destano davvero clamore le ultime rivelazioni giunte dal Pakistan e che riguardano il numero di al-Qaida Osama Bin Laden: stando a quanto si apprende oggi infatti la caccia all’uomo più ricercato al mondo si poteva concludere con successo otto anni prima, poteva essere arrestato durante un normale controllo di polizia per eccesso di velocità ma non fu riconosciuto dal vigile che lo fermò in Pakistan.continua a leggere

Tares: al via raccolta firme petizione popolare "Chi inquina paga"



E’ iniziata la raccolta firme per la petizione popolare "Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare" promossa da Legambiente nell'ambito della sua campagna Italia rifiuti free. 
Chi produce meno rifiuti dovrebbe essere premiato, mentre la Tares, la nuova tassa sui rifiuti rischia, al contrario, di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli italiani in maniera ingiusta. La petizione - indirizzata al presidente del consiglio dei ministri Enrico Letta e ai ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando e dell'economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni - chiede al governo di rivedere questo tributo in maniera tale da rispettare il principio europeo "chi inquina paga", calcolandolo solo sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati e consentendo così alle utenze più virtuose di pagare di meno.
I primi firmatari della petizione sono Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Mario Tozzi, divulgatore scientifico, Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, Cristina Gabetti, curatrice della rubrica Occhio allo Spreco della trasmissione Striscia la Notizia, Enzo Favoino, Scuola agraria del Parco di Monza, Roberto Cavallo, presidente dell'Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale, e Walter Ganapini, ambientalista.
In Italia - prosegue il testo della petizione che può essere firmata anche online sul sito di Legambiente - la gestione dei rifiuti sta vivendo una fase di grande evoluzione. Sono oltre 1300 i Comuni che in tutto il Paese superano l'obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata, si stanno diffondendo le buone pratiche locali per la riduzione degli imballaggi inutili, sono sempre più numerosi gli impianti di riciclaggio che costituiscono l'ossatura portante della green economy dei rifiuti. Ma ci sono ancora tanti problemi irrisolti: continuiamo a produrre troppi rifiuti e a smaltirne quasi la metà nelle inquinanti discariche. In più di settemila Comuni italiani l'ammontare della tassa non è determinato secondo la quantità di rifiuti prodotti, mentre solo alcune centinaia di enti locali fanno pagare in base alle quantità effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale.
Oggi è possibile affrontare in concreto la sfida della riduzione, come è riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando una equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi. Solo in questo modo si contribuirà davvero a liberare l'Italia dal problema rifiuti, facendo entrare il nostro Paese a pieno titolo in quella "società europea del riciclaggio" alla base nella nuova direttiva europea.

Masticare chewing-gum combatte la depressione

Diversi studi indicano che masticare chewing-gum può aiutare a ridurre lo stress e la depressione. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Ataturk, in Turchia, hanno però voluto verificare l’utilizzo della gomma da masticare in ambito clinico.

Nello studio sono stati coinvolte alcune decine di pazienti moderatamente depressi, una parte delle quali è stata trattata con i normali medicinali, mentre ad un’altra parte invece i medicinali venivano somministrati combinati con della gomma da masticare.


Il grado di depressione è stato misurato (tramite la Scala di Hamilton per la Depressione) prima e dopo il trattamento. I pazienti che avevano avuto le medicine mescolate al chewing gum avevano avuto un miglioramento maggiore. In particolare, c’era un miglioramento significativo sui sintomi gastro-intestinali (perdita di appetito, flatulenza, ecc.).

Tuttavia l’effetto della gomma da masticare non sarebbe direttamente sulla depressione “in sé”, ma secondo i ricercatori risulta efficace sui sintomi ad essa collegati, come appunto quelli gastro-intestinali.

Artas: il sistema rivoluzionario per la calvizie

Bracci automatizzati, schermi ad alta risoluzione, scansioni tridimensionali, visori microscopici, analisi computerizzate, monitoraggio e aggiustamento simultaneo, tensiometri cutanei ad elevata sensibilità.


Rispetto agli attuali metodi di autotrapianto, come F.U.T.-Strip o F.U.E. classica, non vi sono suture o cicatrici lineari, l’invasività è minima, non si prova alcun dolore, si riducono le possibilità di errore umano, si scelgono le unità follicolari migliori, si elimina la possibilità di danneggiare il bulbo da prelevare, i tempi di recupero sono molto più rapidi, l’aspetto finale è naturale e i risultati permanenti e “a prova di barbiere”.

Sono queste le caratteristiche dell’innovativo sistema “Artas”, presentato da Ab medica, la maggiore azienda privata Italiana di chirurgia robotica e apparecchiature biomedicali e da Restoration Robotics, la società californiana detentrice di tecnologie uniche a livello mondiale per il trapianto dei capelli.

Il ruolo del medico e della sua equipe è ancora fondamentale, soprattutto nella fase della comprensione dei fabbisogni e degli obiettivi del paziente, così come in quella del reimpianto. E’ il robot, tuttavia, che “opera” durante il momento delicato del prelievo; tanto che il chirurgo, in questa fase, potrebbe addirittura totalmente astenersi, dispensato dal compiere movimenti ripetitivi, difficili e defatiganti.

Gli algoritmi di “Artas” permettono, infatti, di mappare l’area donatrice del paziente e di impostare l’allineamento, l’angolazione e la profondità per la raccolta di ogni singola unità bulbare. “Artas” determina così la densità e la distribuzione dei follicoli, aggiornando i parametri 50 volte al secondo e riportando sul monitor ogni unità prelevata; estrae con precisione non eguagliabile i follicoli, in modo omogeneo e volutamente casuale; li divide, poi, in 1 / 2 / 3 / 4 capelli, con un’accuratezza che arriva sino a centinaia di migliaia di volte per seduta; lasciandoli intatti, consente di preservarne la vitalità, pronti per essere trasferiti alla zona individuata per l’innesto.

Nonostante tecnologie così sofisticate, tutta la procedura all’apparenza avviene in modo molto semplice, a livello ambulatoriale e in un paio d’ore, con il paziente comodamente seduto e assistito dal personale medico, in una continua interazione uomo-macchina.

Il sistema “Artas” è il frutto di otto anni di ricerca e sviluppo. Rigorosamente testato, è stato approvato dall’ente di controllo statunitense FDA e dagli altri principali organismi internazionali di regolazione.

L’Italia, con il Regno Unito, è il primo paese europeo in cui diventa operativo. Si rafforzano così alcuni record che vedono l’Italia molto avanti nell’utilizzo della chirurgia robotica (con il diffuso sistema “da Vinci”) ed anche per l’attenzione agli interventi estetici e, in particolare, alla cura dei capelli.

Non a caso, in Italia, secondo il Presidente della Società Italiana di Tricologia e Vicepresidente della Società internazionale della chirurgia delle calvizie, prof. Vincenzo Gambino, le operazioni per contrastare calvizie o diradamento sono al primo posto tra tutte quelle effettuate dagli uomini per motivi estetici.