Quando il proprio animale domestico passa a miglior vita, c’è chi decide di seppellirlo, altri che invece scelgono di cremarlo. Altri ancora decidono di farlo impagliare, per poterlo avere vicino anche dopo la dipartita. L’artista danese Bart Jansen invece ha deciso di trasformare il suo gatto in un elicottero radiocomandato Read more: http://notizie.delmondo.info/2012/06/06/trasforma-il-gatto-morto-in-eli
Jansen ha creato l’ “Orville-cottero” dopo che il suo gatto (di nome Orville, appunto) è rimasto ucciso investito da un’automobile, usando il corpo dell’animale, adeguatamente rinforzato, come telaio per l’elicottero radiocomandato, dotato di quattro rotori (uno per zampa).
Per quanto a molti sembri un’idea disgustosa e poco rispettosa dell’animale, Jansen spiega che l’idea è nata per onorare la memoria del suo gatto, dandogli la possibilità di raggiungere un traguardo che nessun felino aveva mai raggiunto finora: volare con gli uccellini, che Orville amava molto, dato che li inseguiva sempre
Il video è stato rimosso
Si spara accidentalmente durante una Chat, nessuno chiama i soccorsi
Un 19enne del Nebraska, Trevor George, si è accidentalmente sparato alla testa mentre partecipava ad una chat room con altri utenti

George era Tzif sulla chat, anche se il Daily Mail e News 6 sostengono che alcuni utenti sapessero il vero nome del ragazzo e che avrebbero potuto fare qualcosa per salvargli la vita. Alla fine, un utente della Florida ha chiamato la polizia, ma troppo tardi: George era morto e i genitori che erano in casa, non si erano accorti di nulla. Per la polizia si tratterebbe comunque di un suicidio e non di un incidente, anche se i dubbi restano.
IN TRENTINO L'ORSO NON PIACE PIU' TROPPI ESEMPLARI SECONDO DELLAI
Si risveglia anche Fugatti, "mangiatore" di plantigradi
In Trentino tutti contro l'orso. Con una lettera inviata al ministro Corrado Clini e al commissario europeo Janez Potočnik, il Governatore del Trentino, Lorenzo Dellai, sollecita un incontro al fine di esaminare gli aspetti problematici del progetto 'Life Ursus'. A suo dire gli orsi sono troppi, bisogna ridurne il numero."Da un nucleo di fondatori di circa 10 esemplari - ricorda Dellai - oggi si giunti a 40-45 esemplari che gravitano, in prevalenza, nella porzione occidentale del territorio. Il tasso medio di crescita fatto registrare dalla popolazione (14%) e la densità raggiunta nelle aree maggiormente frequentate (circa 3 esemplari ogni 100 kmq) determina, in un territorio relativamente piccolo e diffusamente abitato, problemi sempre più importanti per quanto concerne le relazioni tra la presenza di questa specie e le attività antropiche. Ricordata poi l'indagine demoscopica commissionata nel 2011, che ha messo in evidenza una decisa riduzione del grado di accettazione sociale della specie, scesa dal 76% del 2003 all'attuale 30%.
Non si lascia sfuggire l'occasione il leghista Maurizio Fugatti, uno degli organizzatori del "banchetto" a base di carne d'orso sventato dall'intervento della Forestale nel luglio dell'anno scorso. Il vice-capogruppo della Lega Nord alla Camera ha chiesto al ministro dell'Ambiente di "intraprendere qualunque iniziativa volta ad assicurare alle popolazioni di tutte le valli del Trentino una maggiore sicurezza e di valutare l'annullamento del progetto Life Ursus, spostando in altri territori compatibili gli orsi oggi presenti in Trentino, A un anno dai nostri appelli, dopo essere stati ignorati e in alcuni casi anche insultati - afferma Fugatti - il presidente Lorenzo Dellai prende carta e penna e, in una lettera al ministro dell'Ambiente, ammette di non aver saputo gestire adeguatamente il progetto per la ripopolazione degli orsi in Trentino. Non vogliamo pensare che l'abbia fatto perché con l'avvicinarsi delle elezioni si è accorto che la popolarità dell'orso è svanita. Per noi - conclude - l'importante è la presa di coscienza del fallimento del programma Life Ursus, che da troppo tempo sta mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini".
In Trentino tutti contro l'orso. Con una lettera inviata al ministro Corrado Clini e al commissario europeo Janez Potočnik, il Governatore del Trentino, Lorenzo Dellai, sollecita un incontro al fine di esaminare gli aspetti problematici del progetto 'Life Ursus'. A suo dire gli orsi sono troppi, bisogna ridurne il numero."Da un nucleo di fondatori di circa 10 esemplari - ricorda Dellai - oggi si giunti a 40-45 esemplari che gravitano, in prevalenza, nella porzione occidentale del territorio. Il tasso medio di crescita fatto registrare dalla popolazione (14%) e la densità raggiunta nelle aree maggiormente frequentate (circa 3 esemplari ogni 100 kmq) determina, in un territorio relativamente piccolo e diffusamente abitato, problemi sempre più importanti per quanto concerne le relazioni tra la presenza di questa specie e le attività antropiche. Ricordata poi l'indagine demoscopica commissionata nel 2011, che ha messo in evidenza una decisa riduzione del grado di accettazione sociale della specie, scesa dal 76% del 2003 all'attuale 30%.
Non si lascia sfuggire l'occasione il leghista Maurizio Fugatti, uno degli organizzatori del "banchetto" a base di carne d'orso sventato dall'intervento della Forestale nel luglio dell'anno scorso. Il vice-capogruppo della Lega Nord alla Camera ha chiesto al ministro dell'Ambiente di "intraprendere qualunque iniziativa volta ad assicurare alle popolazioni di tutte le valli del Trentino una maggiore sicurezza e di valutare l'annullamento del progetto Life Ursus, spostando in altri territori compatibili gli orsi oggi presenti in Trentino, A un anno dai nostri appelli, dopo essere stati ignorati e in alcuni casi anche insultati - afferma Fugatti - il presidente Lorenzo Dellai prende carta e penna e, in una lettera al ministro dell'Ambiente, ammette di non aver saputo gestire adeguatamente il progetto per la ripopolazione degli orsi in Trentino. Non vogliamo pensare che l'abbia fatto perché con l'avvicinarsi delle elezioni si è accorto che la popolarità dell'orso è svanita. Per noi - conclude - l'importante è la presa di coscienza del fallimento del programma Life Ursus, che da troppo tempo sta mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini".
Non si lascia sfuggire l'occasione il leghista Maurizio Fugatti, uno degli organizzatori del "banchetto" a base di carne d'orso sventato dall'intervento della Forestale nel luglio dell'anno scorso. Il vice-capogruppo della Lega Nord alla Camera ha chiesto al ministro dell'Ambiente di "intraprendere qualunque iniziativa volta ad assicurare alle popolazioni di tutte le valli del Trentino una maggiore sicurezza e di valutare l'annullamento del progetto Life Ursus, spostando in altri territori compatibili gli orsi oggi presenti in Trentino, A un anno dai nostri appelli, dopo essere stati ignorati e in alcuni casi anche insultati - afferma Fugatti - il presidente Lorenzo Dellai prende carta e penna e, in una lettera al ministro dell'Ambiente, ammette di non aver saputo gestire adeguatamente il progetto per la ripopolazione degli orsi in Trentino. Non vogliamo pensare che l'abbia fatto perché con l'avvicinarsi delle elezioni si è accorto che la popolarità dell'orso è svanita. Per noi - conclude - l'importante è la presa di coscienza del fallimento del programma Life Ursus, che da troppo tempo sta mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini".
DÀ ALLA LUCE 6 CAGNOLINI DURANTE IL SISMA. "STAR DELLA TENDOPOLI" -FOTO
MIRANDOLA (MODENA) - Nella tenda 63 ci sono due genitori piuttosto giovani, quattro bambini abbastanza piccoli, una cagnetta alta meno di così e sei cuccioli nati il 20 maggio nel palazzetto dello sport di Mirandola (Modena), mentre fuori tutto tremava. La tenda numero 63 è una di quelle che la protezione civile ha allestito allo stadio, per accogliere gli sfollati del terremoto. I due genitori sono la famiglia Semioli: Francesco, 34 anni, muratore, e Alessandra, 32, casalinga. I loro quattro bambini sono Valerie di 12 anni, Vincenzo di 7, Martina di 5 e Sandro di 17 mesi. La cagnetta è Maya. I suoi sei cuccioli, nati il giorno del primo terremoto, sono un incrocio fra uno yorkshire e un volpino, e si chiamano, non a caso: Terre, Moto, Venti, Maggio, Sisma e Scossa. Ormai, sono le mascotte della tendopoli.
LA STORIA «Quella notte siamo usciti di casa portando via i bambini - racconta Alessandra - Solo dopo un pò ci siamo accorti che Maya era ancora in casa. Allora, mio marito si è fatto coraggio ed è tornato a prenderla, fra una scossa e l'altra. L'abbiamo portata con noi, nel palazzetto dello sport, che era diventato il primo rifugio degli sfollati». Poche ore dopo, il parto. «Mah - ricorda Alessandra - La terra non si fermava e intanto Maya stava dando alla luce questi cuccioli. Tutte le persone si erano fatte attorno a noi. Per un pò, nessuno ha pensato più al terremoto». Dopo qualche giorno, i Semioli sono tornati nella loro casa. Ma il 29 c'è stata la nuova scossa, che ha reso la loro abitazione inagibile. Così, hanno trovato posto nel campo della protezione civile. In tenda, i sei cuccioli stanno per terra, su un panno bianco steso fra le sei brandine. Dormono o prendono il latte attaccandosi alla madre. «Dopo il terremoto del 29 - continua Alessandra - abbiamo deciso di portarli in tenda con noi. E come potevamo lasciarli da soli? Sono la gioia dei bambini, non solo dei nostri. È un continuo via vai. Sono una scusa per sorridere un pò».
IL RIFUGIO PER GLI ANIMALI L'Ente protezioni animali sta allestendo piccoli rifugi vicino alle tendopoli per quei cani e gatti 'errantì o che sono stati lasciati nelle case delle zone rosse. A recuperarli ci stanno pensando i volontari dell'associazione. Poi, si dovranno rintracciare i proprietari. A proposito di proprietari. Terre, Moto, Sisma e gli altri hanno già trovato i nuovi padroni. «Li adotteranno i volontari - sorride Alessandra - Se li stanno contendendo. Però sarà un problema...». Un problema? «Eh sì. Chi glielo dice ai miei figli?».
Terremoto in Emilia: la causa è nelle trivellazioni. Le reazioni del Governo
Capire dove finisce l'armonico dispiegarsi della natura e dove invece comincia l'intervento umano. Dove cessa il battito regolare della Terra per lasciar posto a fenomeni fisici e atmosferici che in apparenza sembrano sfuggire a qualsiasi motivazione logiLo studio di Klose "Fino a pochi anni fa, nessuno immaginava che l'uomo avrebbe potuto avere un tale impatto sui fenomeni geofisici"- dice Christian Klose, ricercatore della School of Applied Science della Columbia University, (Usa) -. Una sua ricerca conclude che dal 19° secolo a oggi più di 200 terremoti con una intensità compresa tra i 4,5 e i 7,9 gradi della scala Richter si sono verificati in seguito a lavori di geoingegneria. E aggiunge : "Molti dei terremoti in questione sono avvenuti in aree dove esistono estrazioni di carbone, gas o altri fluidi dal sottosuolo, e di solito non superano i 5 gradi Richter. Quando invece l'attività umana innesca il movimento di faglie, i sismi conseguenti possono essere molto più forti".ca e spiegabile, ma che un rapporto di causa ed effetto - purtroppo - ce l'hanno eccome. Spesso questa causa si chiama intensa attività dell'uomoDunque l'intervento umano può influire sullo spostamento delle faglie. Ad abbracciare questa teoria, rilevando strette correlazioni tra il terremoto dell'Emila e le attività di estrazione petrolifera che da anni si svolgono in questa zona, c'è il gruppo di studio coordinato dal prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia all'Università di Napoli. La ricerca si focalizza sul fracking, ossia la tecnica che sfrutta la pressione di un fluido, generalmente acqua o gas, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso già trivellato e aumentare poi la quantità di idrocarburo estratto da un giacimento.
Quanto all'esame dettagliato sull'Emilia Romagna, lo studio mette in luce che "nelle aree interessate da faglie attive nel sottosuolo esistono numerosi pozzi profondi finora eseguiti per ricerca di idrocarburi. Come è noto sono in corso alcuni interventi di riimmissione di metano nelle rocce serbatoio di giacimenti ormai esauriti. Tali interventi sono attuati in varie parti del mondo; talvolta sono vietati in quanto l'iniezione di fluidi in pressione nel sottosuolo, come testimonia una ricca bibliografia scientifica internazionale, a luoghi può innescare un'attività sismica di non elevata magnitudo".
Lo Stop al Progetto Rivara: Il deposito per lo stoccaggio del gas che l'Ers (Erg Rivara Storage) vorrebbe costruire nel sottosuolo di una piccola frazione vicina a San Felice sul Panaro è stato bloccato sul nascere. "La decisione , che chiude un lungo e complesso iter valutativo, tiene conto di specifiche valutazioni tecniche e geologiche che configurano una sostanziale non idoneità del sito" fanno sapere dal Ministero dello Sviluppo.
Ma se da una parte il Governo usa il pugno duro, dall'altra si apre a concessioni. Viene ridotta a 5 miglia marine la distanza minima in cui poter effettuare le trivellazioni nel nostro mare. La denuncia dei senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta: "I rischi economici sono importanti e i vantaggi minimi. Anche se estraessimo le 11 milioni di tonnellate di riserve petrolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese, ai consumi attuali li esauriremmo in soli 55 giorni. Non possiamo continuare a costruire capannoni che non si tengono in piedi appena si è appannata la memoria del'ultimo terremoto e a trasformare il Mediterraneo in una groviera due anni dopo l'esplosione della piattaforma della Bp".
Iscriviti a:
Post (Atom)