Terremoto in Emilia: la causa è nelle trivellazioni. Le reazioni del Governo
Capire dove finisce l'armonico dispiegarsi della natura e dove invece comincia l'intervento umano. Dove cessa il battito regolare della Terra per lasciar posto a fenomeni fisici e atmosferici che in apparenza sembrano sfuggire a qualsiasi motivazione logiLo studio di Klose "Fino a pochi anni fa, nessuno immaginava che l'uomo avrebbe potuto avere un tale impatto sui fenomeni geofisici"- dice Christian Klose, ricercatore della School of Applied Science della Columbia University, (Usa) -. Una sua ricerca conclude che dal 19° secolo a oggi più di 200 terremoti con una intensità compresa tra i 4,5 e i 7,9 gradi della scala Richter si sono verificati in seguito a lavori di geoingegneria. E aggiunge : "Molti dei terremoti in questione sono avvenuti in aree dove esistono estrazioni di carbone, gas o altri fluidi dal sottosuolo, e di solito non superano i 5 gradi Richter. Quando invece l'attività umana innesca il movimento di faglie, i sismi conseguenti possono essere molto più forti".ca e spiegabile, ma che un rapporto di causa ed effetto - purtroppo - ce l'hanno eccome. Spesso questa causa si chiama intensa attività dell'uomoDunque l'intervento umano può influire sullo spostamento delle faglie. Ad abbracciare questa teoria, rilevando strette correlazioni tra il terremoto dell'Emila e le attività di estrazione petrolifera che da anni si svolgono in questa zona, c'è il gruppo di studio coordinato dal prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia all'Università di Napoli. La ricerca si focalizza sul fracking, ossia la tecnica che sfrutta la pressione di un fluido, generalmente acqua o gas, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso già trivellato e aumentare poi la quantità di idrocarburo estratto da un giacimento.
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