Lontra giapponese addio! Si e' ufficialmente estinta


lontra giappone
Addio lontra giapponese. Una volta viveva lungo i fiumi di tutto il Giappone, nutrendosi di pesci, granchi, gamberi, coleotteri e patate dolci, ma ormai sono 30 anni che non se ne avvista più nemmeno un esemplare. Da oggi è stata dichiarata ufficialmente estinta dal Ministro dell'Ambiente Goshi Hosono, sterminata dalla perdita di habitat indotta dall'agricoltura e dall'eccessiva caccia per la sua pelliccia.

Gli ultimi esemplari erano stati avvistati nel 1979 lungo le rive del fiume Shinjo a Susaki, nella prefettura di Kochi, quando la specie era già classificata nella lista rossa dei mammiferi più a rischio estinzione in Giappone. Con gli anni le speranze che riuscisse a sopravvivere si sono sempre più affievolite e ora questi sfortunati mustelidi, vittime dell'arroganza umana, sono i primi mammiferi, dal 1925, a essere dichiarati estinti nello stato asiatico. Prima di loro, 2 specie di pipistrelli giapponese e 2 specie di lupi si estinsero nell'era Meija (1868-1912).
Speranze dopo la dichiarazione di estinzione? I verbali delle ispezioni ufficiali del Ministero dell'Ambiente, spiega il giornale Revmodo,  indicano che questa lontra è scomparsa dall'isola settentrionale di Hokkaido nel 1950 e dall'isola di Honshu nel 1960. Eppure nel marzo 1992, i ricercatori che si stavano occupando delle sue ricerche hanno trovato peli e escrementi provenienti proprio da una lontra, forse l'ultima testimonianza ufficiale di una lontra giapponese superstite.

Per questo Yoshihiko Machida, professore emerito presso l'Università di Kochi, non è ancora pronto a far suonare le campane a morte per le lontre giapponesi. "Penso che sia possibile che ancora esistano e voglio continuare le mie indagini", ha detto in risposta alla dichiarazione di estinzione della lontra. E la speranza, si sa, è l' ultima a morire.

Scoperti i più antichi invertebrati del mondo, identificati nell'ambra delle Dolomiti: hanno 230 milioni di anni





Sono italiani i più antichi invertebrati del mondo "congelati" nell'ambra: identificati nella resina fossile delle Dolomiti, risalgono a 230 milioni di anni fa. La scoperta realizzata da un gruppo internazionale di ricerca, a cui hanno partecipato anche ricercatori italiani dell'Università di Padova e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stata pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e sposta indietro di almeno 100 milioni di anni le prime testimonianze di queste forme di vita intrappolate nell'ambra.Vissero sulla Terra 230 milioni di anni fa - Si tratta di due acari e una zanzara ormai estint
i rimasti "bloccati" in alcune gocce di resina prodotta da alcune conifere vissute circa 230 milioni di anni fa e rinvenute nei pressi di Cortina, nell'area delle Dolomiti. I resti di questi artropodi, il gruppo a cui appartengono anche insetti, ragni e crostacei, sono i più antichi mai individuati e preservati all'interno dell'ambra. Fino ad ora le più antiche testimonianze di questo tipo provenivano da una regione tra Libano e Giordano e risalivano a circa 130 milioni di anni fa.In passato vennero scoperte sulle Dolomiti anche numerosi microrganismi unicellulari - All'interno delle numerose “gocce” di ambra provenienti dal giacimento identificato nelle Dolomiti erano già stati identificati nel passato numerosi microrganismi unicellulari e queste nuove analisi permettono di ricostruire meglio possibile l'ecosistema presente nell'area in quel periodo.

Svelato il mistero delle macchie sulla Luna

Luna copy
La Luna e il perché essa ha le macchie è un mistero risolto. Il satellite che splende in cielo è bello, grande, tondo, lucente e macchiato. Le macchie, chiare rispetto alla superficie circostante, raggiungono il diametro di alcune decine di chilometri. In queste zone della Luna più chiare si verificano dei vortici, come delle bolle magnetiche. Gli astronauti delle missioni Apollo hanno sempre ritenuto che fossero generati da anomalie magnetiche. Ma il vero motivo delle macchie chiare è sempre rimasto un mistero.  














La conferma delle macchie chiare e delle bolle magnetiche che si creano sulla Luna è arrivata anche dalla sonda Lunar Orbiter della NASA. Gli scienziati sono riusciti a riprodurre le bolle magnetiche in laboratorio, nel tunnel che simula il vento solare, constatando che le bolle deviano il flusso del vento solare formato da radiazioni e particelle atomiche. La deviazione è causata dal campo elettrico che si genera nella superficie esterna della bolla. La bolla impedisce alle radiazioni di arrivare al suolo, provocando le macchie chiare e le macchie scure.
I risultati, ora, potranno essere applicati per i futuri viaggi spaziali degli astronauti: ora vi è la possibilità di deviare i flussi di radiazioni presenti nel cosmo, il maggior rischio per i viaggi degli astronauti quando si allontanano dalla Terra.


Spariti centinaia di piccioni viaggiatori. Ma qual'è la causa?


In Inghilterra si è recentemente assistito ad un vero e proprio mistero riguardante lascomparsa di centinaia di piccioni viaggiatori, selezionati e addestrati nel corso del tempo per essere in grado di percorrere una determinata distanza e di fare in seguito ritorno al punto di partenza. La zona di scomparsa incriminata, già teatro in precedenza di simili avvenimenti, è stata battezzata "Birdmuda Triangle".

Il Telegraph ha riportato come nelle scorse settimane da uno stormo formato da 232 piccioni partito da Thirsk, nello Yorkshire, abbiano fatto ritorno soltanto 13 esemplari. L'avvenimento tuttora inspiegabile non fa altro che coronare un'estate interessata dalla scomparsa di altre decine di piccioni viaggiatori proprio nella medesima area. I primi smarrimenti di piccioni sarebbero cominciati già nel mese di aprile.
Ora si starebbe valutando se porre fine ai loro voli nella medesima zona, fino a che non saranno state individuate le cause della loro scomparsa. L'area incriminata è stata collocata tra le località di Thirsk, Wetherby e Consett. Gli esperti stanno al momento valutando le motivazioni della scomparsa dei piccioni, che potrebbero aver perso di vista la rotta conosciuta per motivi differenti.
I piccioni potrebbero essere stati disorientati dai fenomeni meteorologici estivi, caratterizzati da piogge improvvise, oppure dagli elevati livelli di intensità dell'attività solare delle ultime settimane, che avrebbe potuto influire sui campi magnetici; sotto accusa anche i segnali rilasciati dalla Menwith Hill Spy Base, una stazione di monitoraggio elettronico nei pressi di Harrogate. Riguardo alle piogge, i piccioni avrebbero potuto cambiare rotta appositamente per evitarle, in quanto il loro piumaggio non sarebbe particolarmente adatto a sopportare le precipitazioni.
Un altro fattore potrebbe essere legato alla liberazione in contemporanea nel corso della stessa giornata di differenti gruppi di piccioni, che avrebbero potuto spingersi l'un l'altro fuori rotta, dopo essersi incontrati in volo e riuniti. La liberazione dei piccioni viaggiatori in Scozia ed Inghilterra rappresenta un vero e proprio sport per numerosi appassionati.
Che i volatili fossero semplicemente alla ricerca di uno spiraglio di libertà?

Capre transgeniche per salvare i bambini poveri?


capra bimbo
Capre modificate geneticamente per produrre latte materno. Dopo Rosita, la mucca ogm argentina che fornisce un prodotto simile a quello delle mamme, anche altre rumanti sono state create appositamente per fornire il lisozima e la lattoferrina che si trova solo nel latte materno umano. Lo rivela uno studio di Elizabeth Maga, ricercatrice della University of California-Davis, che ha replicato i nutrienti presenti nel latte materno, incredibilmente importanti per il sistema immunitario del bambino.
"Stiamo utilizzando latte derivato da capre transgeniche che forniscono livelli di lisozima umano pari al 68% di quello che si trova nel latte umano come strumento di ricerca per indagare sulle conseguenze che ha lo scambio batterico nell'intestino sulla salute in generale e sulla resistenza alle malattie, con l'obiettivo di tradurre questo lavoro nella prevenzione o nel trattamento delle malattie diarroiche", spiega la ricercatrice. Le intenzioni, insomma, sarebbero tra le migliori al mondo, visto che le malattie diarroiche rappresentano uno dei maggiori problemi sanitari nei Paesi poveri e  sono, insieme con infezioni respiratorie, malaria, HIV/AIDS, morbillo e condizioni perinatali, tra le principali cause di mortalità infantile.
"Abbiamo la possibilità di utilizzare il latte ogm con un importante funzione umanitaria per i bambini che ogni anno muoiono. Le nostre capre non cureranno la diarrea in tutto il mondo, ma bevendo il loro latte le cose potrebbero di certo migliorare", si difende la dottoressa Maga. Ma per aiutare davvero i bambini che muoiono ogni giorno a causa di una diarrea, non si sarebbero potute compiere azioni molto più efficaci, invece di modificare delle povere capre?
Certamente sì. Si sarebbero potuti impiegare i soldi utilizzati per questa ennesima ricerca alla Frankenstein per fornire, ad esempio, acqua pulita, o, meglio ancora, per sostenere le madri finanziariamente, in modo da favorire, con condizioni economiche e sanitarie migliori, la produzione naturale del latte materno.  A ricerche come queste, però, va anche riconosciuto un merito, quello di sottolineare, ancora una volta, l'importanza dell'allattamento al seno, che offre stupefacenti benefici ai neonati. Del resto chi darebbe mai del latte ogm ai propri pargoli?

capre transgeniche per salvare i bambini poveri?


capra bimbo
Capre modificate geneticamente per produrre latte materno. Dopo Rosita, la mucca ogm argentina che fornisce un prodotto simile a quello delle mamme, anche altre rumanti sono state create appositamente per fornire il lisozima e la lattoferrina che si trova solo nel latte materno umano. Lo rivela uno studio di Elizabeth Maga, ricercatrice della University of California-Davis, che ha replicato i nutrienti presenti nel latte materno, incredibilmente importanti per il sistema immunitario del bambino.
"Stiamo utilizzando latte derivato da capre transgeniche che forniscono livelli di lisozima umano pari al 68% di quello che si trova nel latte umano come strumento di ricerca per indagare sulle conseguenze che ha lo scambio batterico nell'intestino sulla salute in generale e sulla resistenza alle malattie, con l'obiettivo di tradurre questo lavoro nella prevenzione o nel trattamento delle malattie diarroiche", spiega la ricercatrice. Le intenzioni, insomma, sarebbero tra le migliori al mondo, visto che le malattie diarroiche rappresentano uno dei maggiori problemi sanitari nei Paesi poveri e  sono, insieme con infezioni respiratorie, malaria, HIV/AIDS, morbillo e condizioni perinatali, tra le principali cause di mortalità infantile.
"Abbiamo la possibilità di utilizzare il latte ogm con un importante funzione umanitaria per i bambini che ogni anno muoiono. Le nostre capre non cureranno la diarrea in tutto il mondo, ma bevendo il loro latte le cose potrebbero di certo migliorare", si difende la dottoressa Maga. Ma per aiutare davvero i bambini che muoiono ogni giorno a causa di una diarrea, non si sarebbero potute compiere azioni molto più efficaci, invece di modificare delle povere capre?
Certamente sì. Si sarebbero potuti impiegare i soldi utilizzati per questa ennesima ricerca alla Frankenstein per fornire, ad esempio, acqua pulita, o, meglio ancora, per sostenere le madri finanziariamente, in modo da favorire, con condizioni economiche e sanitarie migliori, la produzione naturale del latte materno.  A ricerche come queste, però, va anche riconosciuto un merito, quello di sottolineare, ancora una volta, l'importanza dell'allattamento al seno, che offre stupefacenti benefici ai neonati. Del resto chi darebbe mai del latte ogm ai propri pargoli?

Farmaci generici anche per gli animali: dalla Toscana al via la raccolta firme

farmaci generici animali
“Curare i pet è diventato un costo insostenibile per le famiglie italiane, già duramente provate dalla crisi e da un carico fiscale estremamente oneroso”. È quanto afferma l'ENPA che ha deciso di aderire alla campagna promossa dal PD toscano e dalla senatrice Silvana Amati, una raccolta di firme per l'introduzione dei farmaci generici veterinari, che va nella direzione da noi auspicata di combattere il 'caro-farmaci' per i pet. 

“L’attuale normativa – spiega l'ENPA - prevede infatti che i veterinari non possano prescrivere ai loro pazienti animali farmaci per uso umano nel caso in cui siano disponibili medicinali veterinari – più costosi – con le stesse indicazioni terapeutiche. Secondo quanto calcolato dalla Protezione Animali, in alcuni casi il passaggio dai medicinali umani ai farmaci veterinari comporta in alcuni casi un aggravio ben superiore al 100%”.

Si pensi che alcune medicine per animali costano oltre al 100% in più rispetto ai corrispettivi umani, proprio per il fatto di non godere di alcuno sgravio fiscale in quanto rivolti all’utenza veterinaria. 

È quanto succede ad esempio con la terapia antiepilettica per la quale si sfrutta in alcuni casi il principio attivo del fenobarbitale che è passato dai 5 euro della versione per l'uomo AI 40 della veterinaria. Il costo della ranitidina (gastroprotettore per ulcera), invece, è aumentato da 8,59 a 16 euro; quello delle cefalosporine (un potente battericida) da 3,9 euro a 27,5. Incremento anche per il Benazepril - da 7,76 euro a 18,9 -; un farmaco indicato per l'insufficienza cardiaca. 
Si tratta di costi riferiti alla singola confezione e non all'intera durata della terapia che può anche prolungarsi nel tempo e che in alcuni casi può essere prescritta per l'intera vita del paziente.
“Naturalmente - dichiara Ilaria Ferri, direttore scientifico dell'Enpa - condividiamo la necessità di garantire maggiore sicurezza ai pazienti animali, ma non comprendiamo il motivo per cui nel nostro Paese i farmaci veterinari abbiano costi così esorbitanti, che riteniamo ingiustificati”.  
“Le istituzioni e le aziende del settore – prosegue Ferri - devono prendere in considerazione le necessità degli animali e dei loro proprietari. Noi stessi, nella gestione dei nostri rifugi, con le migliaia di cani e gatti di cui ci prendiamo cura, siamo stati colpiti da questa stangata insostenibile”.
Secondo l'ENPA, inoltre, è impensabile che i veterinari siano costretti a rendersi complici delle lobby farmaceutiche e che la tutela della salute animale debba sottostare a questo sistema: “il peso economico – scrive l'ENPA in una nota - non può gravare unicamente su chi si prende cura degli animali”.