Arriva la proposta di legge del M5S per cacciare gli impresentabili

Nel progetto del M5S gli elettori potranno scegliere anche i candidati da non mandare in Parlamento.


In estrema sintesi si può descrivere come una soglia di sbarramento per gli incandidabili. Una norma in grado di restituire ai cittadini il diritto di mandare in Parlamento i propri rappresentanti, ma anche di tenerne fuori i politici meno graditi. È la “preferenza in negativo” proposta dal gruppo del Movimento 5 Stelle. Uno degli aspetti più interessanti del progetto di riforma elettorale che i grillini hanno presentato alle Camere.

La commissione Affari costituzionali del Senato ne discuterà la prossima settimana, quando saranno esaminati gli ordini del giorno sul nuovo sistema di voto. Due giorni fa l’assemblea ha già bocciato la proposta del doppio turno di coalizione avanzata dal Partito democratico. Assieme al documento grillino rimane da esaminare quello della Lega Nord, che chiede di tornare al Mattarellum.

La riforma elettorale a Cinque Stelle ha evidenti caratteristiche «ispano-elvetiche», così almeno spiegano gli esperti. Un progetto ispirato al modello spagnolo per quanto riguarda il sistema proporzionale e le circoscrizioni elettorali su base provinciale. Ma mutuato dalla norma in vigore in Svizzera a proposito di preferenze e scelta degli eletti. Del resto, chiariscono dal M5S, quello elvetico è «un sistema che si contraddistingue per massimizzare la libertà di scelta dell’elettore e la sua capacità di determinare la politica perseguita dagli eletti». E allora ecco la grande novità introdotta dai pentastellati. I cittadini chiamati a rinnovare il Parlamento potranno selezionare i candidati più meritevoli, come avviene in quasi tutti i paesi del mondo. Ma potranno anche scaricare i politici ritenuti meno presentabili. Senza entrare in tecnicismi, la proposta si articola in tre passaggi chiave.

Anzitutto l’elettore può esprimersi scegliendo semplicemente una lista sulla scheda elettorale. In questo modo il voto di preferenza viene esteso a ciascuno dei candidati presenti. È il voto più semplice, per chi si affida al buon cuore dei partiti e accetta senza distinguo la rosa dei candidati presentati in quella circoscrizione.
Chi vuole, però, può anche depennare i politici meno graditi. Un inedito nel nostro Paese. Di fianco ad ogni nome, la scheda elettorale riporta due piccoli simboli. Un “meno” di colore rosso. E un “più” verde. Un semaforo elettorale per fermare gli impresentabili e dare via libera ai più capaci. Con un piccolo segno sul “meno” i cittadini potranno togliere una preferenza a uno o più candidati presenti nella lista votata. In cambio otterranno un uguale numero di voti da attribuire ad altri candidati. Politici inseriti nella lista elettorale prescelta, oppure in una delle liste concorrenti.

Completano il progetto di riforma alcune novità da tempo nel programma grillino. A partire dalla proposta di «introdurre un numero massimo di mandati elettorali - pari a due - che ogni cittadino può essere chiamato a ricoprire in qualità di deputato e/o senatore».

Intanto all’interno del movimento il confronto rimane aperto. Non siamo ancora alla proposta definitiva. «Questo è solo un punto di partenza» racconta il deputato pentastellato Danilo Toninelli, componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Già disponibile in rete, presto il provvedimento potrà essere migliorato dai contributi degli interessati.
infiltrato.it

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