INUTILE E DANNOSA LA SPERIMENTAZIONE IN VIVO

«La sperimentazione sugli animali? È inutile e dannosa». A dirlo è Susanna Penco, 50 anni, biologa e ricercatrice al Dipartimento di medicina sperimentale dell'Università di Genova. Fin qui nulla di straordinario: potrebbe trattarsi del semplice parere di un'addetta ai lavori. Invece quella di Susanna non è la normale testimonianza di una studiosa contraria alla vivisezione. È la voce di una persona affetta da sclerosi multipla. È la voce di una donna che, pur di guarire, potrebbe desiderare qualsiasi forma di ricerca su qualsiasi specie. Eppure non è così: pur essendo malata, Susanna non crede che torturare degli animali in un laboratorio possa aiutare l'uomo a liberarsi dalle patologie che lo affliggono.
- Susanna, lei ha appena detto che la sperimentazione sugli animali è inutile e dannosa. Perché?
È inutile perché studiare una cura su una specie diversa da quella a cui la cura è destinata non ha alcun senso. È dannosa perché distrae dei soldi, spendendoli in modo inopportuno, e perché spesso i farmaci testati sugli animali poi creano dei problemi all'uomo. E poi c'è la questione etica: noi uomini ci arroghiamo con gli animali dei diritti che non abbiamo. Li facciamo soffrire per provare sulla loro pelle malattie che non appartengono alla loro specie. O per testare cure di patologie che hanno anche loro, ma che poi non saranno nemmeno usate a loro beneficio.
- Lei si oppone alla vivisezione nonostante sia affetta da sclerosi multipla, malattia sempre invocata da chi difende la ricerca sugli animali. Ritiene che i test sugli animali stiano dando risultati per questa patologia?
Assolutamente no. Come potrebbero? La sclerosi multipla è una malattia che ha solo l'uomo. Negli animali viene indotta e poi guarita. Peccato che i farmaci che su di loro funzionano su di noi non siano così efficaci. Ormai lo dicono anche molti ricercatori: il modello di terapie per la sclerosi che proviene dai test sugli animali è un pessimo modello. Ma si continuano a spendere soldi così.
- Invece come potrebbero essere spesi?
Studiando il cadavere delle persone malate di sclerosi, per esempio. Io ho deciso di donare la mia salma all'Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e con me lo hanno fatto anche i miei cari. Ecco, dal mio punto di vista lo studio dei cadaveri sarebbe una grandissima fonte di informazioni, gratuita per altro. Sbaglio o è dalle mummie che abbiamo capito di che cosa morivano gli egizi? Per curare le malattie bisogna scoprirne le cause. Le cause le possiamo trovare nel nostro corpo, nel corpo umano. Non certo in quello di specie diverse dalla nostra. Poi vorrei mettere in chiaro una cosa.
- Che cosa?
Non sono contraria alla vivisezione perché le cure per la sclerosi testate sugli animali non funzionano. Che sia ben chiaro: io sono contraria alla sperimentazione sugli animali tout court. Perché non dà risultati scientifici seri, come ho spiegato. Perché comunque prima di finire in vendita i farmaci vengono testati su volontari umani, perciò la ricerca sugli animali potrebbe essere bypassata del tutto. E perché io non voglio che altre specie soffrano per scovare cure per l'uomo.
- Quali forme di ricerca alternative alla sperimentazione sugli animali esistono?
La ricerca in vitro, per esempio: colture cellulari di organi e tessuti umani su cui si possono testare i farmaci e cercare le cause di alcune malattie. Poi ci sono scienze come l'epidemiologia e la statistica, importantissime nello studio delle malattie: se si spendessero soldi per raccogliere campioni di dati davvero ampi, poi si potrebbero elaborare con i modelli matematici molto accurati proposti da queste discipline. Così si avrebbe una casistica attendibile sulle malattie e sulle loro tendenze. Infine c'è la ricerca clinica, cioè lo studio delle malattie sulle persone malate.
- Ecco, non è pericoloso fare ricerca sulle persone?
No, non parlo di usare le persone come cavie di sostanze ignote. A parte che adesso lo si fa: sottoporre volontari umani a farmaci testati sui ratti secondo lei non è pericoloso? Io non dico di fare questo. Dico di investire sul rapporto tra la persona malata e il suo medico, dico di raccogliere molte più informazioni sulle malattie sottoponendo le persone affette da una patologia al controllo approfondito dei sintomi, ad analisi del sangue frequenti, a tecniche avanzate di diagnosi come tac e risonanze. Tutto questo costa al sistema sanitario: basterebbe spostare i soldi dai laboratori con l'aria condizionata alla ricerca nei corridoi degli ospedali.
- Lei sostiene che la ricerca sulle cavie si faccia solo per favorire la carriera di alcuni ricercatori.
È così: la carriera si fa pubblicando sulle riviste scientifiche, e la maggior parte delle ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche provengono da test sugli animali. È una tradizione, un dogma che va abolito.
- Il Senato vota la legge Comunitaria 2011 per recepire le direttive europee in diversi ambiti. L'articolo 14 stabilisce che l'Italia restringa le disposizioni dell'Europa sull'uso di animali a scopo scientifico, vietando l'allevamento di cani, gatti e primati destinati ai laboratori e introducendo l'obbligo di usare sempre l'anestesia. Che cosa ne pensa?
Penso che questo articolo sia solo un inizio, perché non vieta del tutto la sperimentazione sugli animali. Ma perlomeno riduce le loro sofferenze attraverso l'anestesia e impedisce che cani, gatti e scimmie nascano per finire in laboratorio. Mi auguro quindi che i senatori votino per conservarlo. Però ho un dubbio.
- Prego.
Da dove verranno gli animali utilizzati nei laboratori italiani? Li importeremo dall'estero, chissà da dove. E quelle povere bestiole dovranno anche sobbarcarsi il viaggio... Spero ci siano controlli rigidi sulle modalità di importazione degli animali da laboratorio. E spero un'altra cosa.
- Vale a dire?
Spero che presto la sperimentazione sugli animali venga abolita. Ribadisco, non fa progredire la medicina ma la fa rallentare perché ne sposta l'obiettivo: invece di indagare le cause umane delle malattie umane le va a cercare in altre specie. Un approccio sbagliato e totalmente non etico.

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