La ragazza 22enne con le ossa di una donna di 100

 A 22 anni ha le ossa di una donna di 100. La causa della condizione in cui si trova a vivere Jessica Taylor è la MA, l'Encefalomielite mialgica che causa stanchezza e che ha costretto la ragazza a trascorrere 7 anni della sua vita a letto. 
Jessica Taylor
Durante il perido trascorso in ospedale la ragazza è stata tanto male da non arrivare a riconoscere nemmeno i genitori.
Jessica si è ammalata a 14 anni: «Ho avuto una semplice influenza», ha raccontato al Daily Mail, «Non passava mai la stanchezza e nel giro di qualche mese sono stata ricoverata in ospedale».
Prima di stare male Jessica era una ragazza piena di vita e di energia.
Per quattro anni è stata in ospedale, incapace di muoversi dal letto e con forti dolori, dopo ha trascorso i successivi due anni tra ospedale e casa senza poter comunque svolgere una vita normale.
Oggi, dopo 7 anni di degenza a letto, la ragazza ha una grave forma di osteoporosi tanto da rischiare di rompersi una costola semplicemente sedendosi.
«Sto cercando di abituarmi a stare seduta. Non riesco a stare su una sedia per più di mezz'ora, ho la nausea e le vertigini. Continuo a vivere la mia vita sdraiata in un letto ma spero di recuperare lentamente».

Le mafie negli sbarchi di immigrati


La tragedia di Lampedusa ha riacceso l’attenzione dei media sui flussi di migranti clandestini e profughi che sbarcano nel nostro paese.
In particolare, gli aspetti della questione su cui finora ci si è soffermati di più hanno riguardato: il cambio delle rotte, dei luoghi di partenza e di arrivo; l’inadeguatezza della legislazione vigente; l’impreparazione all’accoglienza e al trattenimento dei migranti e dei profughi da parte dello Stato italiano; la mancata consapevolezza da parte di chi si occupa di reprimere l’immigrazione clandestina della gravità ed entità del fenomeno; la discrasia tra gli atti degli organismi internazionali e l’attuazione e il rispetto della legislazione italiana.
Un’altra questione, benché importante, è stata oggetto solo di commenti episodici: esiste un coinvolgimento, o comunque un interessamento, di clan mafiosi nel fenomeno? Al tema si accenna in alcuni rapporti istituzionali, la cui analisi, pur sommaria, sembra utile riprendere. (1) Partendo però da una premessa: gli sbarchi sono la fase finale di un processo con diversi passaggi. Non nascono da “un’imprenditoria della clandestinità” improvvisata, ma dal lavoro di un’organizzazione complessa, che da questa attività ricava utili consistenti, ripartiti nella filiera di “tratta”, dall’offerta del transito allo sbarco. Si tratta spesso di una filiera lunga, anche dal punto di vista della durata nel tempo e quindi richiede azioni ben concertate.
Dai rapporti cui abbiamo prima accennato emerge che il flusso di migranti e profughi si alimenta e alimenta organizzazioni mafiose. Sono composte in prevalenza da soggetti di nazionalità straniera (molti dei quali stabilmente residenti in Italia) con permesso di soggiorno o cittadinanza italiana, con forte caratterizzazione etnica, poco propensi alla collaborazione con cittadini italiani o di differente etnia.
Ecco come si può ricostruire il modello di “produzione” e la linea di “montaggio”:
- la struttura è organizzata in cellule che operano in più regioni del territorio italiano o in altre nazioni (sia africane che europee). Le singole cellule, pur mantenendo una forte autonomia nei rispettivi ambiti territoriali, risultano strettamente connesse;
- si mantengono stabili contatti con gruppi criminali attivi nelle rispettive nazioni di provenienza;
- c’è un’elevata capacità operativa e organizzativa, tale da consentire di finanziare e gestire il trasferimento di soggetti clandestini da paesi del Nord Africa a paesi del Nord Europa, garantendo tutte le attività logistiche e di supporto;
- chi appartiene a questi sodalizi mantiene un basso profilo e di conseguenza ha scarsa visibilità all’esterno del gruppo etnico di appartenenza;
- le rotte e le strutture proprie del traffico di migranti e profughi sono utilizzate anche per realizzare connesse attività illecite in materia di stupefacenti. (2)

UN AFFARE REDDITIZIO

Non ci sono dati disponibili sui profitti, ma si possono ricavare indirettamente. Nel 2012, considerato anno di magra, sono arrivati 13mila migranti e profughi, contro i 68mila dell’anno precedente, con una “tariffa” che molti denunziano, in media, di 2mila euro. Ciò indica un giro d’affari pari a 26 milioni di fatturato a costi irrisori. Le stime per il 2013 indicano 60mila arrivi e quindi il giro d’affari dovrebbe attestarsi abbondantemente sopra i cento milioni. Ma il dato rischia di essere di gran lunga sottostimato, sia perché non comprende le vittime che non riescono a raggiungere le coste italiane, sia perché non considera il nuovo flusso di profughi provenienti dalla Siria e dall’Egitto, che hanno una maggiore capacità di reddito e quindi sono disponibili a pagare tariffe che arrivano sino a 15mila euro. (3)
Secondo il rapporto dell’Onu, la tratta degli esseri umani (categoria di reato più ampia rispetto al fenomeno della migrazione) dovrebbe costituire una delle fonti di reddito più interessanti per il crimine organizzato transnazionale, secondo business dopo il narcotraffico.
Quanto alle due organizzazioni criminali mafiose che operano in Calabria e in Sicilia, più inchieste giudiziarie mettono in luce il ruolo della ‘ndrangheta nella logistica degli arrivi, grazie a un capillare controllo delle coste. (4) I magistrati siciliani escludono invece, per il momento, forme di coinvolgimento da parte di Cosa Nostra. Una possibile spiegazione di questa discrasia potrebbe risiedere nel fatto che la filiera della “tratta” ha come terminal in Calabria luoghi già inseriti nelle rotte del narcotraffico, business criminale di particolare interesse per la ‘ndrangheta, mentre questo non avviene per la Sicilia.
Alla luce di queste considerazioni, viene da chiedersi quale sia l’efficacia dell’azione messa in campo dall’Agenzia europea per la gestione della Cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea, il cosiddetto Frontex, con quartier generale a Varsavia e dotazione finanziaria (2011-2012) di 200 milioni. E soprattutto viene da chiedersi qual è lo “stato dell’arte” del contrasto alle organizzazioni mafiose interne ed esterne: certo incuranti della commozione provocata dai morti in mare e dall’amarezza che scaturisce dal divario tra la gravità del problema e le risorse disponibili per offrire soluzioni, continuano senza soluzione alcuna il loro sporco lavoro.

(1) Si veda il Rapporto della Direzione nazionale sntimafia 2012, il Rapporto della Direzione investigativa antimafia 2012, il Rapporto Onu “Trafficking in persons report, 2012″.
(2) È un sostituto procuratore nazionale antimafia, Carlo Caponcello, a descrivere questo schema che trova conferma nella cosiddetta operazione Piramide condotta il 14 maggio 2012 tra Milano, Napoli e Mazara del Vallo.
(3) Il sito Fortress Europe ha contato 1.822 morti durante il viaggio dalle coste del Nord Africa a quelle italiane nel 2011, considerando solo quelli denunciati dai superstiti. Intanto, l’asse delle partenze si sposta sempre di più verso la Siria e l’Egitto. Le traversate non avvengono più con un naviglio improvvisato, ma con “navi madre” più moderne, da cui poi i migranti vengono fatti scendere su imbarcazioni più piccole. Molti di questi viaggi prevedono uno “stop and go” in acque territoriali maltesi dove i migranti vengono intercettati, rifocillati, riforniti con generi di prima necessità e poi indirizzati verso le coste siciliane o calabresi.
(4) La ‘ndrangheta sarebbe poi attiva nell’indirizzo dei clandestini verso la prostituzione, lo spaccio e la droga, il “nero” nel settore dell’agricoltura dove si realizzano veri e propri sfruttamenti di carne umana sostanzialmente ignorati e tollerati (Il Sole-24Ore, 1 ottobre 2013). Così gravi che nel Rapporto Dna 2012 si proponevano addirittura forme concrete di premialità per i casi di immigrati clandestini che collaborano con la giustizia.

lavoce.info

La Nestlé prosciuga le risorse idriche del Pakistan

L'acqua potabile in Pakistan è un bene comune, ma solo per chi se lo può permettere. L'oro blu, infatti, viene imbottigliato e rivenduto a prezzi altissimi, mentre il 44 per cento della popolazione è escluso dall'approvvigionamento idrico. Da decenni i pozzi di estrazione locali sono affidati alle multinazionali dell'acqua - come la Nestlé -, che sottraggono il prezioso liquido ai cittadini. L'associazione internazionale SumOfUs ha lanciato una petizione per fermare lo scempio targato Nestlé, che sta prosciugando le risorse idriche del paese islamico.

«Nestlé si sta muovendo in Pakistan e sta succhiando il rifornimento idrico locale, rendendo inabitabili intere aree al fine di vendere l'acqua arricchita di sali minerali ai cittadini più ricchi come status symbol - scrive SumOfUs -, mentre i poveri guardano i pozzi seccarsi e i loro bambini si ammalano». Accuse durissime, respinte però dalla Svizzera - dove ha sede la Nestlé International - e dalla Francia - sede di Nestlé Waters -. Nel mirino anche il governo centrale, incapace di operare politiche efficienti per garantire accesso all'acqua per i pakistani.

Dietro il marchio Pure Life - l'acqua in bottiglia che Nestlé vende in tutto il mondo - c'è una storia di sfruttamento e violazione dei diritti umani che dura dal 1998. Quell'anno, infatti, sono cominciate le operazioni di drenaggio dei pozzi della Nestlé in Pakistan. Secondo uno studio del procuratore legale e consulente dei Diritti umani e Sviluppo, Nils Rosemann, nelle aree rurali del paese la «carenza di acqua potabile e sicura» riguarda circa il 90 per cento della popolazione.

«Come misura del problema basti pensare che la stima di bambini che muoiono ogni anno in Pakistan, a causa di diarrea sono 200.000», denuncia ancora Rosemann nel suo studio. L'azione della Nestlé, dicono le associazioni per i diritti umani, si concentra in particolare nel villaggio di Bathi Dilwan, dove le vittime sono per lo più anziani e bambini, che si ammalano per i fanghi maleodoranti causati dalle operazioni di estrazione.

«In nome del profitto, la Nestlé sta contribuendo al depauperamento delle risorse idriche, inaridendo le locali fonti d'acqua e i pozzi fino a oggi utilizzati per uso domestico e agricolo», scrive ancora Nils Rosemann. E un altro grave effetto dell'operazione Pure Life è che «l'attuale estrazione dell'acqua condotta dalla Nestlé non è sostenibile e utilizza acqua più velocemente di quanto possa essere naturalmente rinnovata», mettendo a grave rischio il diritto all'acqua delle future generazioni». Ecco perché è importante firmare la petizione di SumOfUs.

Arriva la proposta di legge del M5S per cacciare gli impresentabili

Nel progetto del M5S gli elettori potranno scegliere anche i candidati da non mandare in Parlamento.


In estrema sintesi si può descrivere come una soglia di sbarramento per gli incandidabili. Una norma in grado di restituire ai cittadini il diritto di mandare in Parlamento i propri rappresentanti, ma anche di tenerne fuori i politici meno graditi. È la “preferenza in negativo” proposta dal gruppo del Movimento 5 Stelle. Uno degli aspetti più interessanti del progetto di riforma elettorale che i grillini hanno presentato alle Camere.

La commissione Affari costituzionali del Senato ne discuterà la prossima settimana, quando saranno esaminati gli ordini del giorno sul nuovo sistema di voto. Due giorni fa l’assemblea ha già bocciato la proposta del doppio turno di coalizione avanzata dal Partito democratico. Assieme al documento grillino rimane da esaminare quello della Lega Nord, che chiede di tornare al Mattarellum.

La riforma elettorale a Cinque Stelle ha evidenti caratteristiche «ispano-elvetiche», così almeno spiegano gli esperti. Un progetto ispirato al modello spagnolo per quanto riguarda il sistema proporzionale e le circoscrizioni elettorali su base provinciale. Ma mutuato dalla norma in vigore in Svizzera a proposito di preferenze e scelta degli eletti. Del resto, chiariscono dal M5S, quello elvetico è «un sistema che si contraddistingue per massimizzare la libertà di scelta dell’elettore e la sua capacità di determinare la politica perseguita dagli eletti». E allora ecco la grande novità introdotta dai pentastellati. I cittadini chiamati a rinnovare il Parlamento potranno selezionare i candidati più meritevoli, come avviene in quasi tutti i paesi del mondo. Ma potranno anche scaricare i politici ritenuti meno presentabili. Senza entrare in tecnicismi, la proposta si articola in tre passaggi chiave.

Anzitutto l’elettore può esprimersi scegliendo semplicemente una lista sulla scheda elettorale. In questo modo il voto di preferenza viene esteso a ciascuno dei candidati presenti. È il voto più semplice, per chi si affida al buon cuore dei partiti e accetta senza distinguo la rosa dei candidati presentati in quella circoscrizione.
Chi vuole, però, può anche depennare i politici meno graditi. Un inedito nel nostro Paese. Di fianco ad ogni nome, la scheda elettorale riporta due piccoli simboli. Un “meno” di colore rosso. E un “più” verde. Un semaforo elettorale per fermare gli impresentabili e dare via libera ai più capaci. Con un piccolo segno sul “meno” i cittadini potranno togliere una preferenza a uno o più candidati presenti nella lista votata. In cambio otterranno un uguale numero di voti da attribuire ad altri candidati. Politici inseriti nella lista elettorale prescelta, oppure in una delle liste concorrenti.

Completano il progetto di riforma alcune novità da tempo nel programma grillino. A partire dalla proposta di «introdurre un numero massimo di mandati elettorali - pari a due - che ogni cittadino può essere chiamato a ricoprire in qualità di deputato e/o senatore».

Intanto all’interno del movimento il confronto rimane aperto. Non siamo ancora alla proposta definitiva. «Questo è solo un punto di partenza» racconta il deputato pentastellato Danilo Toninelli, componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio. Già disponibile in rete, presto il provvedimento potrà essere migliorato dai contributi degli interessati.
infiltrato.it

Le missioni militari ci costano 70 milioni di euro al giorno

E' il costo delle missioni all’estero appena rifinanziate o prorogate. E questo nonostante il governo ripeta quasi quotidianamente che non ci sono risorse e si affanna per trovare le coperture alla legge di Stabilità o al congelamento dell’Imu.

Settanta milioni al giorno in spese militari. Tanto costano agli italiani le missioni all'estero appena rifinanziate o prorogate. E questo nonostante il governo ripeta quasi quotidianamente che non ci sono risorse e si affanna per trovare le coperture alla legge di Stabilità o al congelamento dell'Imu. "Dalle parti del governo c'è davvero la ricerca spasmodica di risorse economiche che servano a coprire i capricci della destra, quell'idea di togliere qualunque incombenza fiscale anche ai ricchi", ha denunciato il leader di Sel, Nichi Vendola, "Evidentemente non servono le risorse per affrontare il problema crescente della povertà nel nostro Paese". E Vendola ha chiesto al Governo: "Ce lo possiamo permettere?" commentando l'ostruzione del suo partito Sinistra ecologia e libertà (Sel), insieme con il Movimento 5 stelle (M5s), sulla conversione in legge del decreto di rifinanziamento e proroga delle missioni italiane all'estero.
FONTE

Casta: Ecco quanto si guadagna alla Camera


Una ricerca della United for a fair economy , organizzazione che da Boston si batte contro la
diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza, dice che se nel 1940 un amministratore delegato guadagnava 14 volte un lavoratore medio, oggi la proporzione è salita a 531 contro 1. E ci sono casi dove la distanza tra la base e il vertice di un’azienda è ancora maggiore: come per la Fiat, dove Sergio Marchionne guadagna 1.037 volte il suo dipendente medio. Un’esagerazione, la naturale evoluzione del capitalismo, oppure la giusta distanza? In ogni caso l’esatto opposto di quello che viene fuori sfogliando le tabelle allegate al bilancio della Camera dei deputati, in questi giorni all’esame dall’Aula. La distanza fra base e vertice è minima, la piramide delle busta paga si schiaccia come nemmeno negli Stati Uniti del 1940. E non perché la retribuzione dei vertici sia bassa, ma perché quella della base è molto elevata.
Il vertice di Montecitorio, il segretario generale, ha stipendio e responsabilità analoghe a quelle dell’amministratore delegato di una grande azienda: entra con uno stipendio di poco superiore ai 400 mila euro lordi l’anno, ai quali si aggiunge l’indennità di funzione. Ma è scendendo verso la base nella piramide che cresce vertiginosamente la distanza delle retribuzioni dal mercato. Gli operatori tecnici - categoria nella quale rientrano i centralinisti, gli elettricisti e pure il barbiere di Montecitorio - vengono assunti con uno stipendio che supera di poco i 30 mila euro lordi l’anno. Ma già dopo 10 anni la loro busta paga è quasi raddoppiata, superando quota 50 mila, e a fine carriera può arrivare a 136 mila euro l’anno. Tradotto: un elettricista, un centralinista e un barbiere della Camera, anche se a fine carriera, messi insieme guadagnano quanto il segretario generale, che è pur sempre a capo di 1.500 persone.



Una piramide schiacciata verso l’alto, appunto. E una fotografia che ha davvero poco a che fare con le busta paga del resto dei lavoratori, sia del settore privato che di quello pubblico. Per capire: il reddito medio degli italiani, al netto della nostra evasione fiscale record, si ferma di poco sotto i 20 mila euro lordi l’anno. Quasi la metà di un centralinista della Camera dei deputati ad inizio carriera. E di esempi possibili ce ne sono altri ancora. Gli oltre 400 assistenti parlamentari, cioè i commessi di Montecitorio, guadagnano in media come il direttore di una filiale di banca, eppure in generale non svolgono compiti molto diversi dagli uscieri di altri simili uffici pubblici.
Inoltre, sono numerosissimi: 0,7 per ogni deputato, dopo il taglio voluto dall’attuale segretario generale, mentre dieci anni fa il rapporto era addirittura 1 a 1. La busta paga degli oltre 170 «consiglieri parlamentari» ha in media lo stesso peso di quella di un primario ospedaliero, ma a fine carriera supera i 350 mila euro l’anno. Mentre il primario ha la responsabilità di un reparto, i consiglieri si limitano a svolgere attività di studio e ricerca, o di assistenza giuridico legale e amministrativa. Tutto bene così?

In realtà a complicare i conteggi c’è anche quella selva di indennità che si aggiungono allo stipendio minimo e che riguardano tutti i livelli dell’amministrazione: dai 662 euro netti mensili riservati al segretario generale giù fino ai 108,97 euro, sempre netti e al mese, per gli autisti parcheggiatori, passando per gli 85 riservati a chi lavora in cucina e per i 108 incassati dagli addetti al recapito della corrispondenza.
Ma, pur con la sua piramide schiacciata verso l’alto, la Camera almeno un merito ce l’ha. L’approvazione del bilancio arriva dopo che già quest’estate i dati sugli stipendi dei dipendenti erano stati resi pubblici: un file scaricabile direttamente dal sito internet conferma quelli che per anni erano stati solo sussurri e pettegolezzi. Un’operazione trasparenza, che al Senato non si è ancora vista. Da settimane si dice che gli stessi dati dovrebbero essere pubblicati a breve da Palazzo Madama. Anche quella è una piramide schiacciata, anche quella verso l’alto, probabilmente un po’ più in alto rispetto alla Camera. Ma per il momento bisogna accontentarsi di qualche vecchio dato e di qualche nuovo sussurro.

fonte: corriere.it

Condono fiscale 2002, un buco di oltre 3 miliardi di euro tenuto nascosto per undici anni

A 11 anni dal condono fiscale tombale del 2002, targato Silvio Berlusconi-Giulio Tremonti, si è scoperto che i 'condonati' non hanno pagato tutto il dovuto.
Secondo un documento della Corte dei Conti, di cui ha dato conto il Fatto Quotidiano, al 10 settembre del 2013 mancano all'appello circa 3 miliardi e mezzo di euro.

Secondo la magistratura contabile, il gettito complessivo per sanare definitivamente ogni irregolarità su Irpef, Irpeg, addizionali regionali, Ilor e quant’altro al dicembre 2002 doveva essere complessivamente di 26 miliardi: non si tratta di una previsione, ma del calcolo di quanto dovuto da chi ha aderito al condono ricevendo in cambio benefici come un sostanzioso sconto sulle tasse non pagate e la cancellazione di eventuali reati fiscali. Peccato che poi parecchi abbiano deciso di non pagare tutto, cioè di evadere sull’evaso. D’altronde la legge pareva scritta apposta per farlo: il condono, infatti, si considerava completato dopo aver pagato la prima rata. Di più: a chi sceglieva di rateizzare non si chiedeva alcuna fideiussione sul rimanente debito con l’erario.

Risultato: se uno dopo la prima rata non pagava più, partiva la solita catena per la riscossione coatta tra Agenzia delle Entrate ed Equitalia; il tizio però nel frattempo non poteva essere accusato per i reati eventualmente commessi né gli si potevano applicare le multe cancellate dal condono.

La cosa venne fuori nel novembre 2008: su 26 miliardi ne abbiamo riscossi meno di 21, mise a verbale la Corte dei Conti. Per la precisione mancano all’appello 5,2 miliardi, il 16,2 per cento del totale al netto di sanzioni e interessi. Il governo, che poi era lo stesso che aveva fatto il condono, reagì sgomento: impossibile, inaudito, adesso ci pensiamo noi, gli espropriamo tutto. Siamo alla manovra del 2010, quando la commissione Ue comincia a spingere per l’austerità. Lì Tremonti si gioca il tutto per tutto: entro ottobre del 2011 l’Agenzia delle Entrate deve “effettuare una ricognizione” dei contribuenti che non abbiano ancora provveduto ai pagamenti e avviare nei trenta giorni successivi le procedure di riscossione coatta.

Bene così, problema risolto. O quasi: nell’estate 2011 Tremonti prorogò il termine al 31 dicembre 2012 e poi, tanto per stare tranquilli, Monti decise di fissarlo alla fine del 2013. D’altronde mica è una cosa così facile capire chi ha pagato e chi no: il condono del 2002 in qualche caso – almeno 34 mila contribuenti – fu addirittura anonimo, modello “scudo fiscale”. Alla fine, insomma, in sei anni si è riusciti a recuperare 1,8 miliardi (comprensivi, peraltro, di sanzioni e interessi per i ritardi sulle rate). E i benefici del condono? Sono ancora là.

 Quei tre miliardi e mezzo che mancano all’appello sono tornati d’attualità mentre gli uffici del Tesoro e le commissioni parlamentari consumavano gli occhi per far tornare i conti del Def: conti, sia detto per inciso, che per il 2013 tornano solo perché finora agli atti risulta che dovremo pagare la rata dell’Imu di dicembre per complessivi 2,4 miliardi di euro. In quei giorni, come detto, Francesco Boccia chiese alla Corte dei Conti notizie sull’annosa vicenda del condono tombale del 2002 scoprendo quei 3,4 miliardi dimenticati: “Adesso le proroghe sono finite – spiega al Fatto Quotidiano il deputato del Pd – e dobbiamo fare di tutto, già nella legge di stabilità, per recuperare i soldi: la prima cosa è prevedere che chi non è in regola coi pagamenti perde subito i benefici del condono, poi studieremo se applicare penalizzazioni accessorie”.

In sostanza, chi non ha pagato le rate dopo la prima potrebbe non solo trovarsi a dover sborsare tutte le tasse dovute senza alcuno sconto (anche cinque volte più di quanto pattuito a suo tempo), ma pure finire sotto la lente della magistratura per eventuali reati fiscali. Si vedrà, ma va detto che i precedenti non lasciano ben sperare: come ha rivelato l’Agenzia delle Entrate nel 2005, in sessant’anni di condoni solo quelli del 1989 e del 1992 hanno rispettato le previsioni di gettito.
infiltrato.it

Il carcere-paradiso in Venezuela

 Dal Venezuela arriva un esempio di come vivere in carcere possa essere reso un po' più piacevole: è il carcere di San Antonio, in Venezuela, dove prigionieri cucinano i propri pasti, guardano la TV, ballano il reggeton e fanno il bagno in piscina. L'unica cosa che non possono fare, insomma, è uscire.


Per questo la maggior parte dei prigionieri è felice di stare lì. A San Antonio, infatti, si può godere di molti privilegi, compreso avere un lavoro e guadagnare soldi veri. Alcuni sono barbieri, alcuni farmacisti. C'è anche un ragazzo che usando photoshop vende foto di detenuti appoggiati a un Hummer. I più pigri se ne stanno nelle celle climatizzate, in compagnia di mogli e fidanzate, libere di andare e venire a loro piacimento.
Anche i figli dei detenuti possono utilizzare il carcere come un parco giochi e trascorrere la giornata nuotando in una delle quattro piscine. Nei fine settimana, si apre a per tutti i visitatori che vogliono ballare nei suoi club. Insomma, è veramente un carcere diverso da qualsiasi altro.
Ma c'è un pesante rovescio della medaglia. Ogni privilegio concesso a San Antonio si deve a Rodrigues Teófilo, noto anche come "El Conejo", il coniglio, a causa della sua dipendenza dalle carote. Rodrigues, un trafficante di droga condannato, è il leader dei detenuti. Il suo marchio di fabbrica, il logo di Playboy, appare sui muri della prigione ed è tatuato sul corpo di alcuni dei detenuti come segno di fedeltà e lealtà verso di lui. Si è affermato come capo della comunità proprio attraverso il miglioramento delle condizioni di vita. Lo scopo, ovviamente, è avere il controllo e il comando, sostituendosi allo Stato.
Insieme con le sue guardie del corpo, El Conejo impone alcune regole di condotta, a sua discrezione, e coloro che disobbediscono vengono severamente puniti, anche perché le armi sono una comuni all'interno dei cancelli della prigione. La maggior parte dei 2.000 detenuti ha paura di parlarne. E immaginarne il perché svuota di ogni fascino la prigione paradisiaca, governata dagli spiriti maligni della criminalità organizzata.

greenme.it

Autoblu, la casta spende oltre un miliardo

I politici italiani non sembrano voler seguire l’esempio di Papa Francesco. Il quale, in epoca di rinnovamento della Chiesa, ha abbandonato la fiammante e comoda papamobile per una più semplice Ford Focus.
Rappresentanti di Stato e Parastato continuano a scorrazzare in autoblu incuranti di spending review e delle campagne giornalistiche anticasta.
Lo ha confermato il ministro per la Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia, che ha dovuto ammettere anche quanto sia complessa e improba la battaglia contro questo tipo di sprechi.
CENSITO SOLO IL 70% DEL PARCO AUTO.
 «Ci troviamo», ha spiegato il numero uno di Palazzo Vidoni, «ad aver censito soltanto il 70% del parco auto di rappresentanza e di servizio delle pubbliche amministrazioni. Questo perché non ci vengono forniti i dati in maniera compiuta da parecchi Enti locali e Regioni».
Ma più dei boicottaggi, sono i numeri a dare la misura dello stato dell’arte.

UN CONTO DA CIRCA 1 MILIARDO
Sempre il ministro centrista ha dichiarato che «dal dato grezzo in nostro possesso, il costo delle auto di servizio e delle auto blu supera il miliardo di euro. È chiaro quindi che ci sono margini di intervento per una riduzione della spesa». Per la cronaca, un anno fa il costo complessivo per questa voce di spesa era di 1,050 miliardi.
SUL LIBRO PAGA, CONSULENZE PER 1,3 MILIARDI.
Numeri non meno sconfortanti arrivano dal versante delle consulenze. Sempre il ministro D’Alia a Palazzo Madama ha fatto sapere: «Dai dati in nostro possesso il costo delle consulenze nelle pubbliche amministrazioni italiane è di oltre 1,3 miliardi di euro. Anche questo è un dato grezzo, che fa riferimento all’acquisizione di elementi e di dati provenienti da circa il 70% delle amministrazioni».
Gli ultimi numeri a disposizione di Palazzo Vidoni, ma che risalgono al 2001, dicono che «gli incarichi di collaborazione e consulenza sono stati 277.085 per un totale di euro 1.292.822.526,18».
NEL 2012 SONO STATI RISPARMIATI SOLO 100 MILIONI.
Non hanno portato grandi risultati le norme approvate finora per tagliare le auto blu o consulenze. Renato Brunetta, sulla poltrona di D’Alia ai tempi dell’ultimo governo Berlusconi, era convinto di recuperare in un biennio almeno 900 milioni di euro. Per questo aveva concesso l’uso delle vetture di rappresentanza soltanto alle figure apicali della pubblica amministrazione, dimezzato le assegnazioni e fissato multe per i trasgressori. Non meno duro il suo successore, Filippo Patroni Griffi.

Nell’ultima legge di Stabilità aveva previsto il divieto alle amministrazioni pubbliche di acquistare auto nuove negli anni 2013 e 2014. Qualche mese fa il Formez, l’ente deputato a fare il monitoraggio delle auto blu, comunicò che il parco vetture di Stato, Parastato ed enti locali era composto da 56.886 vetture. Lo scorso anno la spesa di gestione complessiva era stata, come detto, di 1.050 miliardi di euro, con un risparmio di appena cento milioni rispetto al 2011. Non sono da escludere nuove strette. Tra gli emendamenti di maggioranza al pacchetto sulla Pubblica amministrazione attualmente in Senato, uno prevede un’ulteriore stretta sulle spese per le vetture di rappresentanza e consulenze. Rispetto all’anno precedente, nel 2014 il taglio passerebbe rispettivamente dall’80% già previsto al 60% e dal 90% al 70%.

Economiaweb.it

In Russia la prima scuola di sesso orale


E’ nata in Russia, la prima scuola di sesso, che ha lo scopo di insegnare alle allieve giovani e meno giovani tutte le tecniche per tenersi stretto il proprio uomo tra le lenzuola. La scuola ha aperto i battenti a Mosca, qualche mese fa registrando un boom di iscrizioni.

Dieta estrema: un cerotto sulla lingua per dimagrire


L’ultima novità messa a punto da un chirurgo plastico americano per perdere i chili di troppo consiste nel cucire sulla lingua dei suoi pazienti un cerotto fatto di mariex, lo stesso materiale che viene utilizzato per gli interventi di ricostruzione per ernie.
Il dottor Nikolas Chugay, di Beverly Hills, applica il ‘cerotto miracoloso’ in bocca procedendo con sei punti di sutura. Il procedimento è così doloroso che impedisce a chi vi si sottopone di mangiare qualsiasi alimento solido. In questo modo, ingerendo soltanto liquidi ed integratori, si perdono diversi chili nel giro di poco tempo.
Oltre al dolore che si prova, c’è anche da considerare che la lingua potrebbe gonfiarsi a tal punto da avere difficoltà a deglutire o parlare. Ad ogni modo, dopo un mese il cerotto va rimosso per non rischiare che inizi a inglobarsi nel tessuto della lingua per il processo di autoriparazione per il quale è stato inventato.
Per ora il chirurgo plastico vanta l’efficacia della sua trovata, oltre che la sua economicità, ma numerose sono le perplessità della maggior parte dei dietologi statunitensi; in primis c’è il rischio di ingrassare arrivando ad accumulare ancora più chili del passato, ricominciando a mangiare esageratamente non appena il cerotto viene tolto.

Lo sbadiglio del padrone contagia anche il cane

Il cane percepisce lo stato d'animo del padrone? Un'ulteriore conferma sembra venire dallo sbadiglio: secondo uno studio pubblicato su PloS ONE, i cani si lascerebbero "contagiare" più dagli sbadigli dei propri padroni che da quelli di persone estranee.

Questo fa pensare a una "connessione emotiva" tra cani e persone, sostiene Teresa Romero della Università di Tokyo, tra gli autori della ricerca.

Che i cani qualche volta sbadiglino quando vedono le persone farlo era un dato già noto alla scienza, ma non era chiaro se si trattasse di una forma di empatia o di leggero stress, visto che lo sbadiglio può essere un sintomo di ansia.

Nell'esperimento oggetto della pubblicazione Romero e i suoi collaboratori hanno fatto guardare a 25 cani domestici sia i loro padroni che persone estranee mentre sbadigliavano o fingevano di sbadigliare. L'ipotesi dello stress è stata esclusa perché i cani non hanno mostrato particolari alterazioni del battito cardiaco durante l'esperimento.

Inoltre, non solo i cani sbadigliavano più spesso in risposta agli sbadigli dei padroni, ma sbadigliavano meno se lo sbadiglio dell'essere umano - padrone o estraneo che fosse - era simulato. Secondo i ricercatori, questo è il segno che per i cani il fenomeno dello sbadiglio contagioso avviene con le stesse dinamiche presenti tra gli esseri umani. Uno studio simile, pubblicato l'anno scorso, ha infatti provato che gli esseri umani sbadigliano più frequentemente in risposta allo sbadiglio di una persona a cui sono legati.

Oltre che nell'uomo e nel cane, il fenomeno dello sbadiglio contagioso è stato osservato anche negli scimpanzé. Per quanto riguarda l'uomo, gli studiosi ipotizzano che sia una forma di empatia con il sentimento dello "sbadigliante": di solito stress, ansia, noia o stanchezza. Ecco perché avverrebbe soprattutto tra persone care. 

Calvizie: ecco come si cura in Africa (video)


 C'e' chi sceglie il moderno trapianto di capelli, chi il vecchio parrucchino e chi sfida ancora il vento con riporti chilometrici. Ora, contro la calvizie, c'e' un altro rimedio, testimoniato in un esilarante video che sta spopolando su Youtube. Impossibile verificare l'efficacia della 'tortura' a cui viene sottoposto il protagonista del filmato, che aspira a recuperare i capelli perduti.
Il trattamento sarebbe stato ideato dai boscimani, in Namibia. L'unico effetto collaterale, come appare evidente dal video, potrebbe essere un certo rossore sulla testa, accompagnato da una sensazione di stordimento.



Depressione: piu' a rischio nonne che badano a nipoti

Le nonne che si prendono cura a tempo pieno dei nipoti lottano frequentemente contro la depressione e lo stress da pressione familiare. Lo dimostra una nuova ricerca condotta dalla Frances Payne Bolton School of Nursing della Case Western Reserve University che evidenzia che si tratta di un problema, non solo comune, ma anche generalmente sottovalutato.

Camerun: Sorpreso a fare sesso in obitorio col cadavere di una 20enne

Sorpreso a fare sesso con una salma nella camera ardente: è lo scandalo che sta indignando il Camerun, soprattutto perché il personaggio della macabra vicenda è un imprenditore stimato in tutto il Paese.

James Williams, il fidanzato più bastardo del mondo.(video)

Se pensate che il risveglio sia un trauma in sè e per sè non avete avuto la (s)fortuna di essere la fidanzata di James Williams.
La sua ragazza che si è svegliata nel cuore della notte trovandosi il fantasma, stile The Ring, uscire dallo schermo del suo televisore.
La malcapitata si era addormentata nel salotto di casa una sera tardi, e a sua insaputa, il fidanzato aveva trascorso settimane di progettazione e costruzione di un burattino replica credibile di Sadako, lo spettro del film The Ring.
Per rendere lo scherzo più credibile, James si era preparato dicendo alla ragazza di aver visto una donna ai piedi del letto nel mezzo della notte.

Ferragosto:Storia e origine di questa festività

 Italia lo sappiamo bene, mentre il resto degli Europei non capiscono come mai ad agosto gli Italiani chiudono i battenti. Siamo l'unico paese al mondo che fa le ferie quasi esclusivamente ad agosto ed è come se durante questo torrido mese estivo, l'italica attività si riducesse ad una linea retta sul cardioscopio. Telefoni che squillano a vuoto per giorni, serrande abbassate, ristoranti chiusi... la desolazione più totale, come se gli Italiani avessero abbandonato il Bel Paese.
E in effetti è proprio così... da circa 2000 anni!

Svelati i conti della Pellegrini


"Nel periodo 2006/12 l'atleta Federica Pellegrini ha ricevuto individualmente la somma di circa 750.000 euro dalla Federazione Italiana Nuoto, riguardante premi di classifica nelle competizioni internazionali e borse di studio ad esclusione dei premi inerenti il Club Olimpico e i contributi erogati dal Coni per le medaglie olimpiche. Nello specifico dei Mondiali di Roma 2009, l'atleta azzurra ha ricevuto 147.000 euro frutto di due medaglie d'oro, tre record mondiali, e il piazzamento nella 4x200sl. In tal senso si specifica che tale somma rispecchia criteri meritocratici uguali per tutti gli atleti azzurri. Inoltre si conferma che sono erogati contributi alle società per l'alto livello relativi a criteri specifici meritocratici, e per particolari esigenze motivate".

Con questa nuova nota, la FIN ha svelato i conti della nuotatrice veneta, che martedì su twitter aveva fatto notare che per il 2009 avrebbe percepito solamente 3.000 euro.

Turista inglese ricoverato dopo aver speso 170 mila euro in una settimana

una parte della merce acquistata
Ci sarebbe poco da ridere se non fosse per le modalità dell’episodio e per le cifre in gioco. Un turista inglese, Mark Rushton, affetto da disturbo bipolare estremo, in vacanza a Santander, famosa città della Spagna, è stato capace di spendere 170mila euro (147mila sterline, Ndr.) nel corso di una sola settimana di shopping. In particolare ha svuotato un supermercato di “Diferente”, catena spagnola di negozi alimentari, acquistando 30 pacchi di cibo. Poi si è recato da Kawasaki, un negozio di calzature alla moda, dove ha comprato ben 17 paia di scarpe al ‘modico’ costo di 1300 sterline l’una. Infine ha fatto tappa in una tabaccheria dove ha comprato oltre 700 euro di sigari e tabacco indiano. La folle spesa di Rushton, che sarebbe continuata se i market non avessero chiuso a mezzanotte, è terminata quando è uscito da un negozio di “cubani” fumandone uno, ma senza averlo pagato. A quel punto è intervenuta la polizia, che ha portato Mark al reparto di psichiatria del Valdecilla Hospital, dove è stato sottoposto a un mese di trattamento intensivo. Quindi, lo scorso 26 luglio, l’ospedale ha pagato le spese per farlo tornare in Inghilterra con un volo Ryanair.

La tragicomica vicenda ha suscitato grande scalpore in Spagna. E non sono mancate le voci su particolari stravaganti. Come il fatto che Rushton, durante la sua razzia al supermercato di “Diferente”, beveva un brandy da 300 euro appena stappato. Oppure che ha prima speso 8mila euro nella catena di alimentari, pagando con carta di credito e poi, dopo una tappa in albergo, è tornato per svuotare gli scaffali. Infine pare che il bizzarro turista inglese abbia anche fatto visita all’ufficio del turismo di Santander e  flirtato con il personale prima di prenotare al Cañadío, uno dei ristoranti più esclusivi della località iberica.

La spesa a dir poco fuori dalla norma di Mark ha anche acceso i riflettori sul disturbo bipolare, una malattia che ha un’incidenza pari a circa il 2 per cento della popolazione mondiale. Si tratta di una sindrome maniaco-depressiva caratterizzata da un’alternanza fra le due condizioni contro-polari dell’attività psichica, il suo eccitamento (l’euforia) e al rovescio la sua inibizione (la depressione). Le conseguenze sul pensiero, la motricità e il comportamento possono essere gravi soprattutto nella tarda adolescenza e nella giovinezza. Dopo quasi due secoli di studi, ancora oggi non si conosce una cura definitiva per il disturbo bipolare. Così, insieme a Rushton, sono tanti i personaggi famosi, scrittori, politici, musicisti e artisti, che hanno sofferto o continuano a combattere contro questa fastidiosa psicosi. Da Napoleone a Churchill, da Leopardi a Poe fino a Beethoven e Cobain. Tra i casi più recenti c’è quello di Catherine Zeta-Jones. La popolare attrice, vincitrice di un Oscar nel 2002 per il musical ‘Chicago’, soffre di disturbo bipolare dal 2011. E lo scorso aprile è stata ricoverata per sottoporsi ad un mese di cure. Per sua fortuna non era la stessa in cui si trova ancora la showgirl Sara Tommasi, che dei suoi problemi con l’umore e la personalità è riuscita a fare un business.


Yahoo! Notizie

A "soli" 70 anni ha deciso di perdere la sua verginità

La notizia sembra incredibile, soprattutto al giorno d’oggi in cui le donne si avvicinano al sesso prestissimo, in un’età compresa tra i 13 e i 14 anni, ma è tutto vero. Pam Shaw, una spumeggiante signora inglese di 70 anni dichiara di essere ancora vergine ma pronta, finalmente dopo tanti anni, per la sua prima volta.

Pam, confidandosi con un reporter del periodico Sun, ha sottolineato di avere avuto in passato una felicissima vita sentimentale e di avere vissuto intense storie d’amore con i suoi fidanzati ma ha affermato anche che con loro non è andata oltre perchè non si è mai sentita pronta, volendo condividere questo momento con qualcuno che meritasse veramente. Ora, questo momento sembra essere arrivato perchè, come dice la stessa Pam, la propria maturità e consapevolezza sono tali da permetterle di compiere questo passo. Eppure a giudicare dalle fotografie, la sig.ra Pam Shaw tutto sembra fuochè una “verginella” casta e pura. Curata nel fisico e nell’abbigliamento, molto femminile e accattivante negli atteggiamenti non da proprio l’idea di una 70enne alla ricerca dell’uomo giusto per condividere la sua prima volta.


Nonostante l’età avanzata, Pam è irremovibile circa i suoi gusti sella scelta del principe azzurro, non è disposta ad accontentarsi minimamente. Dovrà trattarsi di un uomo alto, bello, simpatico e ricco. Le pretese sono effettivamente molto alte, i suoi standards, certo non di poco conto, spiegano come mai ancora non sia riuscita ad incontrare la persona giusta. Ma si sa, la vita è imprevedibile e magari l’allegra signora potrebbe incontrare improvvisamente, per caso l’uomo del proprio destino e fargli dono di quel fiore che, finora, nessuno ha colto.

Emicrania,convulsioni e svenimenti causati da un verme che aveva in testa

  Erano sei mesi che un uomo aveva forti emicranie, soffriva di convulsioni e sveniva. I medici hanno scoperto che aveva un verme in testa
Fanno un po’ impressione quando li vediamo strisciare, averne uno in testa lungo ben 15,2 centimetri dev’essere decisamente peggio. Eppure è accaduto ad un uomo di 60 anni. Wang Ming, di Chengdu, in Cina, si è recato dal suo medico dopo che per più di sei mesi continuava ad accusare emicranie dolorose, soffriva di convulsioni e sveniva sovente.Il dottore lo ha mandato in ospedale per sottoporsi ad un esame ai raggi X. Quando gli hanno fatto la lastra, i medici hanno visto un parassita della lunghezza di una biro in agguato sotto il suo cranio. I chirurghi hanno eseguito una operazione di tre ore sul signor Ming al First People’s Hospital di Shuangliu all’inizio di questo mese, per rimuovere la ‘bestiolina’ dalla sua cavità cranica.Quando hanno rimosso il verme, lo hanno messo in un contenitore di acqua e sono rimasti scioccati nello scoprire che si nuotava come se niente fosse successo. Gli esperti credono che l’uomo abbia ingerito il parassita mangiando cibi poco cotti: rane crude, anguille e altri frutti di mare quando era giovane. I parassiti presenti in tali alimenti crudi possono entrare nel sistema umano dopo essere stati mangiati, e così possono crescere. 

Plastic Busters:la barca ecologica acchiappa-plastica

Lo testimoniano i ricercatori dell’Università di Siena, da tempo impegnati nel monitoraggio della salute degli animali e delle acque marine del Mar Mediterraneo, che la plastica sta uccidendo questo mare meraviglioso.
Nello stomaco di una tartaruga sono stati trovati, ad esempio, fino a 143 frammenti di plastiche di tutti i tipi. Dei 3 miliardi di rifiuti che invadono il Mare Nostrum, tra il 70 e l'80% è infatti costituito da plastiche che contaminano la fauna marina e la catena alimentare, fino al pesce che arriva sulle nostre tavole. Una proposta pratica e subito applicabile arriva dall’Università di Siena con il progetto “Plastic Busters”, un’imbarcazione ecologica con ricercatori e strumenti scientifici farà il giro del Mar Mediterraneo, uno dei più contaminati dalla plastica al mondo, per “acchiappare” le plastiche, mappandone la diffusione, studiandone gli effetti sugli animali marini, per progettare come ridurre la presenza di questi rifiuti.  Farà una “fotografia” completa delle macro e microplastiche riversate nel mare nostrum, registrandone le conseguenze nefaste sull’ambiente marino e sulla salute della sua fauna. L'imbarcazione, ideata e progettata da Maria Cristina Fossi del Department of Environment, earth and physical sciences dell'Universita di Siena,è stata presentata, insieme ad altre cinque selezionate nel mondo, il 5 luglio, alla Certosa di Pontignano (Siena), nella giornata conclusiva della conferenza internazionale First Siena Solutions Conference Sustainable Development for the Mediterranean Region, l’evento dedicato alla sostenibilità, promosso nell’ambito della rete ONU Sustainable Development Solutions Network. “Plastic Busters”, progetto presentato dal dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, sotto la direzione della professoressa Maria Cristina Fossi, ha ottenuto l’adesione di 30 enti di ricerca e istituzioni internazionali e si avvale di strumenti di analisi e procedure validate in numerose campagne di monitoraggio sulla salute degli animali marini.
La barca-laboratorio ecosostenibile viaggerà dalla Toscana fino a Gibilterra, poi verso la Tunisia, l’Egitto, la Grecia e, dopo tre mesi di navigazione, risalendo l’Adriatico approderà a Venezia. A bordo, un’équipe internazionale di ricercatori farà il campionamento  delle acque e, attraverso tecniche di autopsia che non comportano danni per gli animali, e sofisticate analisi eco tossicologiche, verrà controllato lo stato di salute delle specie “sentinella”: le balene, gli squali e le tartarughe, gli animali che per eccellenza subiscono i danni dell’inquinamento da plastica. Ricerca, divulgazione al pubblico durante le soste nei porti, creazione di relazioni istituzionali altri importanti obiettivi del progetto “Plastic busters”, che mira a concordare con tutti i Paesi del Mediterraneo strategie concrete per mitigare il grave fenomeno dell’inquinamento da plastica (foto sotto Università di Siena: plastiche isolate dai ricercatori dallo stomaco e dall'intestino di animali marini).


L'ossitocina, ormone dell'amore, causa ansia e paura

L'ossitocina è conosciuta anche come "ormone dell'amore", è considerata un agente di riduzione dello stress ed è coinvolto nei legami amorosi, nella passione, nel desiderio e nel comportamento materno, ma potrebbe influenzare anche emozioni come la paura e l'ansia.

Lo studio che lo dimostra è della Northwestern University di Chicago ed è stato pubblicato su "Nature Neuroscience". Nel nuovo studio gli scienziati hanno mostrato, in un modello animale, che questo ormone potrebbe rinforzare la paura: la maggior parte delle risposte alla paura, passa attraverso una regione del cervello chiamata setto laterale.



Questa parte del cervello possiede anche un grande numero di recettori dell'ossitocina. Gli scienziati hanno scoperto che l'ossitocina rinforza le memorie sociali negative e le ansie sul futuro innescando una molecola di segnalazione, la Erk (extracellular signal regulated kinases) che si attiva per sei ore, dopo l'esperienza sociale negativa.
 La Erk rinforza inoltre le paure stimolando i circuiti cerebrali della paura che in gran parte passano attraverso il setto laterale. Numerosi studi scientifici hanno spiegato quanto sia fondamentale nelle relazioni lunghe e stabili.
 Jelena Radulovic, coordinatrice della ricerca  e docente di Disturbo bipolare alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, spiega che capendo il doppio ruolo dell'ossitocina nelle situazioni che portano ansia, in futuro si potrebbero attuare dei trattamenti che aumenteranno i livelli di benessere negli individui e diminuiranno comportamenti e reazioni negative.
 L'ossitocina, nella donna stimolerebbe il parto e l'allattamento al seno al seno, sia negli animali che nell'essere umano, inoltre favorisce i legami familiari e la fiducia tra persone.
L’ossitocina viene prodotta in molteplici situazioni sociali: nel favorire il parto e l’allattamento, durante le dolci interazioni tra persone che si amano, nel preludio dell’atto sessuale e nell’orgasmo sia maschile che femminile.
 Sembra che durante un orgasmo la presenza dell'ormone nel sangue sia presente in una quantità cinque volte superiore rispetto ai livelli normali.
 L’ormone, una volta liberato sprigiona i suoi effetti benefici: regola la temperatura corporea, controlla la pressione sanguigna, alza le difese immunitarie.
Una delle cose più importanti è che l’ossitocina viene sprigionato, fa da "collante", nei legami affettivi che si instaurano tra le persone.
 Quando un genitore prende in braccio suo figlio dolcemente, o quando lo stringe a sé per consolarlo o quando lo aiuta a superare una difficoltà o quando giocano insieme divertendosi o anche quando il genitore ascolta attivamente le preoccupazioni di suo figlio, la produzione di ossitocina è molto alta.
 Secondo uno studio dell'Università di Bonn, renderebbe fidanzati e mariti anche più fedeli. Un gruppo di studiosi del Server autism center for research and treatment at mount Sinai School of Medicine ha infine dimostrato che questo neurotrasmettitore, avrebbe anche una funzione nella memoria e potrebbe rafforzare i ricordi dell'infanzia legati al rapporto con la madre.
mammedomani.it

La tartaruga alligatore che fuma 10 sigarette al giorno (video)

In Cina, vive una tartaruga alligatore nicotina-dipendente, che fuma circa 10 sigarette al giorno. Il custode del rettile racconta che ogni volta che sente il bisogno di una sigaretta inizia ad agitarsi e a lamentarsi. È questa la notizia che sta facendo il giro del web, riportata da numerosi media cinesi.



Ma come fa una tartaruga a diventare dipendente dalle sigarette? Di certo non ha preso il vizio da sola. E qui entra in gioco l'arroganza dell'uomo. Un cuoco del villaggio, soprannominato Tang, spiega come tutto ebbe inizio circa due mesi fa, quando notò che l'animale aveva perso interesse per la sua dieta giornaliera a base di pesce. Dopo aver ispezionato il corpo, trovò un osso di pollo forte infilato nel ventre morbido, che purtroppo si spezzò nel tentativo di estrarlo.
Per Tang l'unico modo di togliere l'osso era di distrarre la tartaruga, così prese la sigaretta accesa che aveva in bocca e gliela diede. Le mascelle scattarono sul filtro e la tartaruga non mollò la presa per ore. La sua idea si rivelò efficace: riuscì a rimuovere l'osso di pollo. Ma poco dopo realizzò di aver causato un problema ancora più grande. Il giorno successivo, Tang si sedette su una sedia vicino alla tartaruga e accese una sigaretta dopo una dura giornata di lavoro. Non appena vide il fumo, il rettile iniziò a far capire che ne voleva una per sé.
Invece di ignorare la richiesta, l'uomo gliela diede, accendendola, per stupido e incosciente divertimento. I due continuarono questa pratica, fino a quando la tartaruga divenne completamente dipendente. Ora, ogni volta che non riceve una sigaretta, inizia a produrre suoni sibilati e sembra che segua il cuoco ovunque vada, strisciandosi su di lui fino a quando non ottiene la nicotina che brama, vittima dell'arroganza degli animali umani.
greenme.it


La casa condivisa dove meno pesi meno paghi

Succede in Giappone. Per ogni chilo perso o guadagnato l'affitto scende o sale di 10 dollari. All'interno dell'abitazione presenti molti stimoli per raggiungere il peso forma, ma anche tentazioni.



zoomin.tv

Frutta e verdura in cambio di rifiuti, l'ecobaratto di Città del Messico

Cosa succede quando una delle più grandi discariche al mondo, in cui confluiscono i rifiuti di una vera e propria megalopoli (e dei suoi dintorni) è costretta a chiudere? La risposta arriva dagli abitanti di Città del Messico il cui fermo della principale discarica locale, nel 2011, ha costretto l’amministrazione ad adottare innovative strategie di gestione razionale dei rifiuti. Con i suoi 375 ettari, il sito di Bordo Poniente gestiva quotidianamente ben 1.430 tonnellate di rifiuti al giorno, un quantitativo enorme per il quale si sono dovute trovare velocemente soluzioni alternative.

La città è stata costretta innanzitutto a fare i conti con una cultura del riciclo praticamente inesistente, nonostante i piani municipali di incrementare la quota di differenziata urbana e di compostaggio, ma soprattutto a trovare un modo pratico per affrontare la montagna di spazzatura abbandonata alla decomposizione, non essendo, la discarica, dotata di alcun trattamento di copertura o precauzione contro il percolato. La prima misura messa in campo per risolvere il problema è stata quella di realizzare un impianto di produzione di biogas; a marzo 2012 il Consejería Jurídica y de Servicios legales di Città del Messico ha lanciato un bando di gara internazionale dedicato alla cattura e l’utilizzo di biogas generato dai rifiuti del sito per il successivo impiego come combustibile in un impianto elettrico da 60 MW.

A fare però davvero la differenza nelle abitudini dei cittadini è stata l’iniziativa voluta dal sindaco Marcelo Ebrard. Dalla scorsa primavera, con una cadenza mensile, la capitale messicana allestisce presso il Parco di Chapultec il Mercado de Trueque o Mercato del baratto. Il principio alla base di questa piazza di scambio è semplice e accattivante: chiunque porti rifiuti ricuperabili, come carta, vetro, plastica o alluminio, riceve in cambio dei “punti verdi”, una moneta creata ad hoc per essere scambiata con prodotti alimentari di aziende agricole locali e biologiche. “Abbiamo comprato ravanelli e ricotta, e abbiamo ancora 40 o 50 pesos da spendere”, spiega Andrea Gutierrez, venuto  al Mercado de Trueque con il figlio per la sua prima volta, e trasportando un carico di giornali e bottiglie di plastica.
I materiali riciclabili, portati al mercato dagli abitanti, sono selezionati e pesati da un esercito di volontari in grembiule e successivamente caricati sui camion per essere consegnati alle società di riciclaggio locale. Un punto a favore dell’ambiente, quindi  e uno alla qualità della vita di Città del Messico. A beneficiare del progetto sono tuttavia gli agricoltori locali a cui l’amministrazione cittadina, di volta in volta, compra tutti i prodotti, pagandoli ad un prezzo superiore rispetto a quello di mercato.

L’idea è stata un vero e proprio successo tra i cittadini, pronti ogni mese a mettersi in fila fin dalle sei del mattino per consegnare sacchi di spazzatura. Un successo, forse, fin troppo inaspettato al punto da non poter sempre accontentare tutti a causa di un numero di partecipanti sempre più alto e la conseguente rapidità con cui terminano i prodotti.  “L’obiettivo è che le persone imparino a separare, metter da parte e dare un valore ai rifiuti che producono“, chiarisce Liliana Balcazar dell’amministrazione municipale spiegando che il programma raccoglie ogni volta oltre le 12 tonnellate di rifiuti. “E’ stato popolare fin dall’inizio”, ha detto Balcazar “ma ora è traboccante”. (rinnovabili.it)




Coca cola life,la famosa bevanda diventa "green"




La Coca Cola diventa green, nel vero senso della parola. L’etichetta verde che rappresenta maggiore rispetto nei confronti della natura da parte dell’azienda apparirà in una nuova linea di prodotti a marchio Coca Cola Life. Ma qual è la differenza con la bibita tradizionale? Attenta alla salute e alla tutela dell’ambiente, nella nuova linea troviamo al posto dello zucchero alcuni dolcificanti naturali a base di stevia. Diffusa in Sud America, ha una dolcezza duecento volte superiore dello zucchero ma è a calorie zero. Secondo i produttori, la nuova versione mantiene il gusto, ma lo fa rispettando il sistema, aiutando i deboli (i coltivatori di stevia) ed i soggetti a rischio sovrappeso: una sua lattina contiene la metà (64) delle calorie della versione tradizionale.

Tuttavia proprio questa caratteristica non è accettata all'unanimità. Per alcuni scienziati, la Coca Cola (anche in versione green) rimane una bevanda ricca di calorie, senza elementi nutritivi, pericolosa per la salute, nonché una delle cause della diffusione dell’obesità, specialmente quella infantile. “Possiamo davvero credere che un nome che evoca salubrità, unito a un tappo e un’etichetta verde, rendano la Coca Cola un prodotto naturale?”, questa la provocazione di Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori. E continua: “E a noi sembra solo un’abile strategia di marketing per ottenere più facilmente il favore dei consumatori, perché la Coca Cola Life resta una miscela di sostanze chimiche (naturali o di sintesi) priva di nutrienti per l’organismo“. Secondo Dona la Coca Cola Life non apporta sostanziali benefici dal punto di vista alimentare. Infatti la dose accettabile giornaliera di stevia stabilita dall’EFSA è di 4 mg al giorno per kg di peso corporeo: in pratica una persona che pesa 60 kg non ne dovrebbe ingerire più di 240 mg al giorno con il complesso degli alimenti.

Lernstift pen, la penna che vibra quando si sbaglia ortografia

 Ad inventare questa penna davvero futuristica, sono stati due tedeschi,Falk wolsky e Daniel Kaesmacher. L’hanno chiamata Lernstift Pen ed è capace di vibrare ogni qualvolta rileva un errore nel testo che si sta scrivendo.

I due hanno raccontato che l’idea di creare questa penna è nata mentre uno degli inventori osservava con attenzione la moglie correggere i compiti del figlio. E detto fatto: ecco creata la prima penna che ha un sensore incorporato all'interno e grazie al movimento della mano, riconosce quando si sta scrivendo qualcosa che non va. Inoltre, questo piccolo marchingegno ha la possibilità di essere collegata ad uno smartphone tramite la connessione wi-fi. Ma non solo corregge gli errori: vibra anche quando la calligrafia risulta disordinata o illeggibile. Questa penna ha un software con il riconoscimento di oltre quaranta lingue, ma nonostante ciò, purtroppo per gli italiani, al momento verrà prodotta solo in tedesco e in inglese. In base alla sua effettiva riuscita, solo in seguire si penserà anche al mercato italiano. Al momento, per la sua distribuzione, i due soci-inventori hanno bisogno di fondi e per questo motivo stanno facendo una colletta “mondiale”, diffondendo la notizia sul web. Il loro obiettivo per l’effettiva messa in vendita del dispositivo è il raggiungimento di 120.000 dollari. Il traguardo finale è fissato al 9 agosto, il minimo da investire è 150 dollari. Vedremo dunque come andrà a fine la storia di questa penna che cambierà il modo di fare gli esami…sempre se non verrà vietata nelle scuole come succede con i cellulari!

Cani in spiaggia: La metà dei divieti non sono validi.

Per chi ha un cane le ferie o anche solo le gite fuori porta si trasformano spesso in una lunga ricerca di quell'angolino dove l'amico a quattro zampe è tollerato. Cartelli di divieto di balneazione per gli animali, infatti, spuntano come funghi sulle poche spiagge libere.
Ma non sempre, fa sapere l'Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente), sono in regola. Almeno la metà, fa sapere il presidente dell'organizzazione, Lorenzo Croce, dei divieti che spuntano nei mesi estivi, seppur messi dalle amministrazioni dei comuni rivieraschi sono illegali.
Infatti per poter vietare l'ingresso ai bagnanti con Fido al seguito, spiega, occorre che i comuni emettano un'ordinanza che preveda il divieto motivato, l'estensione oraria di tale divieto e che la medesima ordinanza firmata dal sindaco, da un assessore delegato o dal comandante dei vigili urbani, e pubblicata sugli albi pretori dei singoli comuni. Se manca solo una di queste indicazioni, sottolinea Croce, l'ordinanza non è valida.
Ma non è tutto: infatti anche i cartelli che prevedono tale divieto devono recare sul retro il numero dell'ordinanza comunale di riferimento e la data di scadenza. Altrimenti, seppure in presenza di una ordinanza regolarmente firmata, il divieto è da considerarsi nullo. "Pertanto invitiamo tutte le famiglie - prosegue Croce - ed i proprietari di cani che decidono di portare Fido in spiaggia a verificare che esistano realmente le ordinanze e che i cartelli di divieto contengano le informazioni regolamentari. Altrimenti qualunque richiesta di allontanarsi dalla spiaggia con il proprio cane fatta anche dai vigili è illegale e ogni eventuale multa impugnabile davanti al giudice di pace e quindi contestabile senza essere preventivamente pagata. A fronte - continua - dell'illegalità diffusa da parte delle amministrazioni comunali, occorre che i cittadini imparino a difendersi e a far valere i propri diritti fino in fondo. Se si trovano situazioni del genere chiediamo che ci vengano segnalate al servizio online segnalazionereati@libero.it di Aidaa, meglio se con foto allegata in modo che anche noi si intervenga contro questi che non esito definire come divieti-truffa".
(dogsitter.it)

Il bisturi intelligente che fiuta i tumori

Gli scienziati hanno creato un bisturi "intelligente" in grado di rilevare in pochi secondi se il tessuto da tagliare è cancerogeno, promettendo un intervento chirurgico più efficace e precisa nel futuro.

 Ci mette appena tre secondi a riconoscere le cellule tumorali e a comunicarlo al chirurgo. E lo fa con un’accuratezza del 100%. È stato battezzato «iKnife», il «l’elettrobisturi intelligente». Lavora più o meno come fanno i segugi e scova il tumore del tessuto «cattivo» che via via polverizza con il calore. Un aiuto non da poco per i chirurgi perché la rimozione chirurgica di un tumore è un processo molto delicato e il rischio che parte del tessuto malato non venga asportato e possa quindi provocare una nuova diffusione è reale. Lo strumento, dotato di uno spettometro di massa, è stato ideato da un chimico ungherese, Zoltan Takats dell’Imperial College di Londra.
LA SPERIMENTAZIONE - L’annuncio è stato pubblicato qualche giorno fa sulla rivista Science Translational Medicine. Le prime sperimentazioni su 91 pazienti hanno dato esito positivo e partiranno adesso altri test che coinvolgeranno pazienti in tre ospedali londinesi, il St Mary, l’Hammersmith e il Charing Cross. Il bisturi intelligente è capace di riconoscere se si tratta di tessuto benigno o no, eliminando in molti casi il passaggio della biopsia per l’analisi dei tessuti, perdendo così ulteriore tempo nella diagnosi e nella cura.Ci mette appena tre secondi a riconoscere le cellule tumorali e a comunicarlo al chirurgo. E lo fa con un'accuratezza del 100%. È stato battezzato «iKnife», il «l'elettrobisturi intelligente». Lavora più o meno come fanno i segugi e scova il tumore del tessuto «cattivo» che via via polverizza con il calore. Un aiuto non da poco per i chirurgi perché la rimozione chirurgica di un tumore è un processo molto delicato e il rischio che parte del tessuto malato non venga asportato e possa quindi provocare una nuova diffusione è reale. Lo strumento, dotato di uno spettometro di massa, è stato ideato da un chimico ungherese, Zoltan Takats dell'Imperial College di Londra.


Ragazza crea una protesi fatta con i mattoncini del Lego. (video)

Christina Stevens trentunenne di St. Louis (Missouri) dallo scorso febbraio ha perso una parte della sua gamba sinistra: le è stata amputata in seguito a un incidente di cui è stata vittima mentre stava riparando la sua auto.
Ora è diventata una vera celebrità del web dopo aver condiviso un video in cui si costruisce da sola una protesi fatta con… i mattoncini del Lego! La ragazza è una terapista professionale e ha preso l’idea per la protesi da un collega che scherzosamente le ha suggerito quella strana idea.
Il video che ha realizzato la ragazza intenta a costruire la sua gamba di Lego è stato caricato su YouTube da circa un mese e ha già realizzato un record di visualizzazioni. C’è di più, nella sua pagina Facebook la ragazza condivide giornalmente le sue esperienze e incoraggia le persone che hanno subito un’amputazione con il suo ottimismo.


Larve carnivore nell'orecchio, salvata dai medici (video)

 Sembra un film dell’orrore, ma con un tasso di paura sicuramente superiore, quello che si è trovata a vivere una 27enne inglese al ritorno da una vacanza in Perù. Rochelle Harris ha rischiato una meningite e una paralisi facciale. E solo l’intervento chirurgico dei medici dell’ospedale della sua città, Derby, le hanno evitato un triste destino.
Il motivo? La presenza nel suo orecchio di otto larve carnivore, capaci di scavare nei tessuti auricolari un 'cunicolo' di 12 millimetri. Per fortuna sono state bloccate prima di arrivare al cervello della giovane. Rochelle, infatti, avvertiva ormai un costante mal di testa, dolore al viso, e un ronzio nell’orecchio. A convincerla a rivolgersi ai medici, però, è stata la fuoriuscita di un fluido dal canale uditivo. A quel punto, dopo aver provato con l’olio di oliva, ci è voluta una vera e propria operazione per estrarre gli insetti. E dire che il tutto è iniziato quando, durante la vacanza in Sud America con il fidanzato James, la ragazza inglese si è ritrovata in uno sciame di mosche. Una le è entrata nell’orecchio ed evidentemente, anche se morta, ha lasciato pericolosi eredi.
Non è la prima volta che animali di piccole dimensioni rischiano di provocare immensi danni. Sebbene, infatti, nell’immaginario popolare siano i leoni e gli squali i più pericolosi per l’uomo, ai primi tre posti tra gli esseri che sferrano più attacchi alle persone ci sono la zanzara, i serpenti e lo scorpione. Insieme sono responsabili di decine di migliaia di morti ogni anno in tutto il mondo. Proprio a causa di uno scorpione, circa tre anni fa, si è sfiorata una tragedia a Mogliano, in provincia di Treviso. Una giovane albanese di 27 anni, infatti, dopo aver passato le vacanze estive nella sua terra natale, ha trovato una brutta sorpresa in valigia. Due scorpioni erano gli sgraditi ospiti. La puntura le ha provocato un forte dolore e un irrigidimento muscolare. Un antidoto le ha salvato la vita. Poteva andare peggio anche ai clienti di una pizzeria in piazza dei Signori a Treviso che, pochi giorni fa, si sono ritrovati in mezzo a uno sciame d’api. L’intervento di un apicoltore ha evitato guai peggiori.
La lista degli insospettabili animali killer è più lunga di quanto si possa pensare. Ha ucciso centinaia di persone negli ultimi 20 anni, ad esempio, il cosiddetto bruco assassino. Capace di mimetizzarsi nel suo habitat naturale, presente soprattutto in Brasile, possiede un veleno in grado di attaccare le cellule delle proteine, causare perdite di sangue e impedire loro di coagulare. Il risultato è un’emorragia che può essere anche mortale. Secondo gli scienziati, però, per provocare danni gravi l’apparente innocuo bruco dovrebbe pungere dalle 20 alle 100 volte. La salvezza, a volte, è racchiusa in un numero.
FONTE
   


Crooked Forest:la foresta con 400 pini ricurvi (video)



Rimane ancora un mistero la caratteristica curvatura a 90 gradi sulla base degli alberi presenti in un angolo della Polonia occidentale che conferisce loro un’originale quanto elegante conformazione.Intorno a questa foresta che si trova in Gryfino, denominata “Crooked Forest”, come si può ben immaginare, circolano tuttora molti miti e leggende per spiegare il particolare fenomeno di queste conifere. Anche perché è circondata di altri pini perfettamente dritti.La teoria più accreditata al momento è quella che vuole questi alberi piantati a metà degli anni ’30 curvati “all’età di sette anni” dall’intervento umano attraverso dispositivi meccanici. Ma il perché gli agricoltori lo avrebbero fatto rimane un mistero. Alcuni parlano di falegnami al servizio segreto tedesco, ma la popolazione locale è convinta che si tratti di uno strano fenomeno naturale. Quel che è certo è che questa foresta rimane un piccolo grande spettacolo.

Supermercati:le tecniche che utilizzano per manipolare la nostra mente




Questi i trucchi che usano i supermercati per manipolare le nostre menti.

1- Vi danno un cestino.
Una ricerca condotta nei supermercati ha scoperto che il 75 per cento di chi ha in mano il cestino per fare la spesa compra sempre qualcosa, in confronto ad appena il 34 per cento di chi non ha il cestino. Così, quando all’entrata del supermercato un membro dello staff porge il cestino ai clienti, non è per fare un favore a voi, ma all’azienda.

2- Frutta “pronta e matura”.
Poiché i supermercati desiderano che la frutta si conservi il più a lungo possibile sugli scaffali, obbligano i fornitori a raccoglierla acerba, sebbene ciò implichi che non sarà altrettanto buona, dato che gli zuccheri non si sono completamente sviluppati. Essendo abituati all’idea che la frutta è sempre dura quando la compriamo, siamo disposti a pagare un extra per il privilegio di avere frutta matura.

3- Prezzatura Ingannevole.
Il metodo irrazionale della prezzatura pone il prezzo degli articoli diciamo a 4,99 euro invece che a 5,00. Il motivo sta nel tempo necessario per procedere alla memorizzazione. L’arrotondamento verso l’alto implica uno sforzo mentale maggiore rispetto al processo di memorizzazione delle prime cifre. Inoltre, a causa della grande quantità di informazioni che i clienti devono elaborare, il dato del prezzo deve essere immagazzinato in un tempo molto breve. Il modo più conveniente per farlo, in termini di memoria e di attenzione, è quello di ricordare le prime cifre. Così ci illudiamo di spendere meno di quanto non spendiamo in realtà.

4- Paghi uno e prendi due.
È l’offerta che ha dimostrato di aumentare le vendite fino ad oltre il 150 per cento. A dispetto di quel 50 per cento che effettivamente fa risparmiare, questo tipo di operazioni ci inducono a consumare un prodotto in quantità maggiori rispetto alle nostre abitudini, così, quando l’offerta finisce, siamo inclini a comprarne ancora. Ed oltre ad incoraggiarci ad acquistare più di quello che ci serve, queste offerte celano un costo occulto ai danni dei produttori, poiché sono loro, e non il supermercato, a finanziare le promozioni. I supermercati le utilizzano per disfarsi della merce che non vendono.

5- I bambini.
Quando i supermercati Sainsbury’s lanciarono il progetto dei corsi di cucina per bambini (che i genitori pagavano 5 sterline), da tenersi durante le vacanze scolastiche in alcuni punti vendita selezionati per l’occasione, i corsi furono organizzati presso i Caffè “Pappagallo Blu”, una linea di prodotti per bambini che propone sedicenti versioni più sane dei tipici cibi pronti come i bocconcini di pollo e la pizza. I piccoli partecipanti se ne andarono con una borsa a forma di caramella e un grembiule firmati Pappagallo Blu, con la raccomandazione che se anche non avevano voglia di cucinare, potevano sempre convincere le loro mamme a prendere qualcosa di già fatto da Sainsbury’s.

6- All’altezza dello sguardo.
I prodotti esposti all’altezza dello sguardo vendono il doppio, per questa ragione spesso gli articoli costosi vengono messi lì. Se guardate in basso agli scaffali, scoprirete alternative più convenienti. Allo stesso modo, notate dove sono posizionati i prodotti meno sani per bambini: al livello dei loro occhi. È a loro che si vuole vendere, non a voi. I genitori saranno disposti a comprare qualcosa che non avrebbero scelto solo perché i bambini fanno i capricci.

7- Testimonial famosi.
Se un cuoco alla moda come Jamie Oliver afferma che il cibo di un supermercato è buono, o un’attrice amata reputa i prezzi convenienti, il supermercato acquista credibilità. Si stima che da quando Oliver ha iniziato a lavorare per la Sainsbury’s , i profitti della catena siano volati alle stelle, al di sopra dell’1,2 miliardi di sterline. Nel frattempo i programmi pubblicitari di Priscilla Scales alla TV hanno fatto aumentare di 2,2 miliardi di sterline gli incassi dei supermercati Tesco.

8- Prodotti Civetta.
I prodotti di prima necessità quali pane, burro, latte e zucchero attirano i consumatori nei supermercati e sono invariabilmente venduti a basso costo per cercare di battere la concorrenza. (Di solito la catena Tesco propone 160 articoli a basso costo). Noti anche come “prodotti civetta”, convincono il cliente che sta facendo un buon affare: i prezzi di questi beni li abbiamo sempre in mente per cui ci si accorge più facilmente degli sconti. Non fatevi ingannare. A questo i supermercati rimediano, alzando i prezzi su altri prodotti di cui non ricordiamo il costo.

9- Scatola nuova, prodotto vecchio.
Stanchi del pollo “Tikka masala”? Perché non assaggiate la nuova specialità regionale “Keralan masala”? La differenza sta tutta e solo nella confezione.

10- Assaggi gratuiti.
Potete anche non comprare il prodotto che vi hanno appena offerto di assaggiare, ma lo stomaco comincerà a liberare i succhi gastrici, facendovi avvertire di più la fame. Questo vi indurrà ad acquistare del cibo in più, in particolare prodotti pronti e più costosi, che potrete gustare non appena usciti dal supermercato.

11- Si compra come si legge.
Le persone che leggono da sinistra a destra scorrono anche gli scaffali da sinistra a destra. Perciò le varietà più costose di un determinato prodotto si troveranno sulla sinistra, quelle più convenienti sulla destra.

12- La musica.
Per un periodo di due settimane, a giorni alterni, in un reparto che esponeva vini francesi e tedeschi venne diffusa musica francese e tedesca. La musica francese portò i vini francesi a vendere di più di quelli tedeschi, mentre la musica tedesca causò l’effetto opposto. Ma non è solo il tipo di musica ad influire sugli acquisti, conta anche il fattore tempo. Camminiamo compiendo approssimativamente 90 passi al minuto. Una musica al di sotto dei 90 battiti al minuto ci fa rallentare inconsciamente, e ci trattiene più a lungo tra gli scaffali.

13- Il falso affare.
I supermercati promuovono un prodotto ad un prezzo che riporta accanto un prezzo più alto, da cui voi supponete abbiano ricavato il primo, riducendolo. In effetti, non vendono mai quel prodotto al prezzo più alto, ma lo compriamo perché ci sembra un affare.

14- Prodotti dal valore aggiunto.
Una mela costa 20 centesimi. Ma tagliatela, riponetela in una vaschetta e vendetela come “mela a spicchi” ed essa verrà a costare 99 centesimi, per meno della metà di prodotto. Chi ha così poco tempo da non potersi tagliare una mela?

15- Le distanze.
Per prolungare il tempo che trascorriamo a contatto con i prodotti durante la spesa, i negozi posizionano gli articoli e le marche più richieste in mezzo ai corridoi, assicurandosi così che da qualsiasi direzione il cliente debba passare, ci metterà sempre molto tempo a raggiungerli. Allo stesso modo, i beni di maggior consumo come pane e latte si trovano in fondo al negozio. I clienti devono passare in mezzo a molta merce esposta prima di vederli e ci sono maggiori possibilità che effettuino acquisti dettati dall’impulso.

16- Iniziative Sociali.
la catena Tesco ha istituito il progetto “Computer per le scuole”, con cui i buoni acquisto emessi su alcuni prodotti possono essere scambiati con materiale informatico per le scuole locali. Tuttavia, come Ben Laurence scrisse sull’Observer: “Mentre i costi per la Tesco sono modesti, i clienti devono spendere 110,000 sterline in generi alimentari perché una scuola ottenga un modesto PC”.

17- il profumo del pane appena sfornato.
I supermercati non producono realmente il pane che vendono, ma intervengono solo sull’ultima fase della lavorazione. Tutta la preparazione e l’impastatura sono realizzate altrove. I supermercati si limitano a scongelare la pasta e la riscaldano fino al punto in cui si diffonde un rassicurante profumo di pane appena sfornato.

18- Carte fedeltà.
O come i supermercati desiderano che le chiamiamo: “Carte Premio”. Facciamo la nostra spesa e ci ricompensano con uno sconto sugli acquisti futuri. Cosa potrebbe esserci di più generoso? Se è un regalo, allora perché la Tesco negli ultimi 8 anni è riuscita ad istituire il progetto delle tessere a costo zero per i supermercati? Perché spendiamo di più una volta che abbiamo la tessera. Primo, il 42 per cento di noi, nel momento in cui entra in possesso di una tessera, spende più soldi, forse per quella logica sbagliata che ci fa pensare che più compriamo più sconti otterremo e perciò spenderemo meno. Seconda cosa, lo scopo dei buoni sconto, con i quali siamo premiati, non è di indurci a risparmiare denaro, ma di invogliarci a comprare prodotti che normalmente non acquisteremmo. Come uno spacciatore di droga ci fornisce la dose gratis per ridurci alla dipendenza.

19- Televisione a zona.
La nuova TV Tesco trasmette avvisi pubblicitari in rapporto alla zona del magazzino che vi trovate a visitare. Siccome il 75 per cento delle decisioni riguardo gli acquisti si prendono quando siamo vicini al prodotto, questo stratagemma di marketing rivela tutta la sua potenza.